Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974

una relazione con un esterno fantasmato allo stesso ti­ tolo del corpo). In questo senso il male è precisamente il terreno in cui il soggetto incontra il corpo e i suoi rapporti e in cui il sapere si tiene, nel soggetto, alla conoscenza del padre. Il non sapere, la perdita delle coordinate identificato­ rie, e l'accesso a un sapere non assoluto ma tagliato e attraversato (femminilizzato?) risponde al soggetto, nei movimenti necessari della copia (in cui fa macchia nel­ l'originale, momento tetico, e in cui è coscienza isolata e vigile, esterna all'origina1e, momento dissolvente e pro­ duttivo) risponde con un'altra dimensione e un'altra ses­ sualità che attraversa le due posizioni. Questa altra dimensione che attraversa è propriamen­ te l'esperienza dell'erotismo. E' cioè il salto che rappre­ senta una perdita e un eccesso come limite e verità del- 1'esperienza. Tutta la letteratura è percorsa da questa dimensione da cui prende i suoi momenti di verità ritagliando ine­ gualmente la superficie delle due copie dove si organizza­ no la sponda ideologica, la struttura sociale e scientifica della percezione, la visione, la coscienza e la conoscenza; l'erotismo allora interviene, quando interviene, come la struttura portante di una posizione di desiderio in cui prendono posto le costellazioni delle due fasi distinte della copia; il vuoto che l'erotismo comporta produce il movimento della dialettica fra gli altri due momenti che senza di esso resterebbero meccanicamente giustapposti. E' l'erotismo che lega il corpo alla parola perché essa assuma la verità come il suo atto, il corpo assicura che la verità non possa essere mai detta completamente. E' il non sapere e ancora il vuoto, quanto cioè del­ l'orizzonte del godimento e del dispendio resta impossi­ bile ad articolarsi, che misura la forza e la portata della verità: primo che la verità ha valore di atto nel linguaggio 112

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