Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974

, di privatizzazione oracolare e di squarciamento del velo della verità nel secondo tempo, che dice così la verità .sui termini del primo, dice la verità all'ideologia o per .l'ideologia e fornisce nuove unità allo stereotipo. La poesia e la letteratura sono da sempre prese in questo movimento delle due copie e hanno fornito pre- cisamente una pratica incessante di passaggio da una . all'altra. Ma proprio nella letteratura questo ritmo ha un punto di rottura che ridistribuisce i termini del discorso e della sua verità in tutt'altro modo, anzi non permetten­ do neppure, quando la rottura si realizzi, di porre il discorso negli stessi termini. L'oscillazione fra il notturno e il diurno riconduce -comunque il racconto e la visione al sé sicché in fondo .questi sa che il meraviglioso « l'aveva soltanto scritto ». La copia rientra nella logica binaria (copia di) e il suo . esporsi notturno trova la misura dell'esperienza polise­ mica del significato. Tuttavia un tale approccio non ren­ de conto delle undici veglie più una, non investe il rap· porto che queste hanno con la conoscenza, con il reale, l'originale, e la veglia solitaria dell'autore. La copia not· t urna si presenta ancora e soltanto come una posizione di slabbramento in un punto di tensione assoluta. Il salto qualitativo, nel processo di significazione e nella posizione del suo soggetto, sta nel momento in cui ·il discorso della conoscenza notturna, nell'estrema ten: sione soggettiva, si palesa metafora sessuale . Certo non - è un caso il fatto che lo studente Anselmo possa essere - coinvolto in una visione costante e straordinaria solo in ,, quanto preso in un desiderio insopprimibile per Serpen­ tina. Questo è quanto può dirci la parure ideologica del-l'amore, di una scrittura erotizzata. « Non si muovono forse con dolce fruscio le foglie smeraldine delle palme accarezzate dal soffio del vento : mattutino?» 107

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