Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974

un'istanza presa nel desiderio di conoscere sé e l'esterno. Allora il soggetto sente il male come la condanna a una contemplazione di sensi caduti a latere, ammalati, dove· l'appuntamento con le cose viene a mancare. Tanto più a mancare quanto più la stessa struttura soggettiva por­ ta a cercare, nel rapporto con il sapere, la propria fon­ dazione anche se, di fronte alle cose e a se stessa, solo .. nel momento della coscienza, essa sa di esistere e che le . cose esistono; così il male è male di separazione, divi­ sione esterno interno, senza comunque che sia data altra soluzione che quella di continuare sulla stessa via, non c'è frontiera precedente al sapere perché prima non c'è soggetto. Situato il lutto in questo distacco costitutivo, ricono­ sciuto il male come conoscenza senza oggetto ma puro porsi nell'articolazione del linguaggio, la favola dei t em- pi moderni mette in rilievo e permette di definire due modalità di inscrizione o di copia. Innanzi tutto la copia è precisamente l'articolazione, . l'affermazione del male come volontà, l'assunzione del lutto e la presa della parola sul silenzio delle cose. In secondo luogo la definizione delle due copie distinte nei tempi del diurno e del notturno permette di situare due· tipi di approccio del mondo esterno e due posizioni della. parola. 1) La copia eseguita a partire dal testo comprensibi-. le, da una comunicazione di senso data, è la copia infi- . nitamente ripetitiva, puro gioco di stereotipo ideologico; le cose scivolano nel male che le affatica, chiuse nel cri­ stallo, pura riserva per un flusso discorsivo che le avan­ za in ogni modo. Il sapere formalizza strutture di ap­ prendimento e il soggetto abita il dualismo perfetto del-. l'originale e della copia, la copia assume idealmente il posto del parlato a partire da un vero da cui si autorizza.. Oppure la posizione inversa, il vero dell'originale pro-. 104

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