Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974
· mantic1smo ad assumere l'implicazione implicita nella veglia: ispirata da cosa? La sublimazione e il misticismo metafisico se ne ripartiscono il terreno. Tuttavia proprio l'ambivalenza della denegazione la scia intendere quanto talune manifestazioni siano effet� t ivamente al di là delle sponde ideologiche dichiarate; non solo ma esse possono funzionare da catalizzatrici delle resistenze permettendo che il nucleo dell'ispirazio ne si avvicini alla sua verità. Così l'interpretazione roman tica della caduta dell'uomo da un'armonia originaria con la natura a uno stato di sordità, consente di assumere, nella nostalgia poetica, la rottura delìe inquadrature di · · senso e di percezione date e di esplorare a ritroso le ter re perdute e meravigliose cui infatti Anselmo approda. . Ma il premio finale, il vaso d'oro, Hoffmann non sa scri verlo, la dodicesima veglia si apre nel suo studio, di not te, nell'impossibilità che lo trattiene dal concludere la descrizione meravigliosa del bene raggiunto dal suo stu dente, « poiché ogni qualvolta di notte mi accingevo al l'opera ... ». Fu una lettera, un'invito a uscire e incontrare 1'archivista, che alla fine, offrendo la visione di Anselmo, compì l'opera e « fu una bella cosa quando tutto svanì -come nella nebbia, trovarmela scritta da me stesso in bei caratteri sulla carta stesa sopra la scrivania viola ». . Momento tetico e fantasma: le due copie Viene subito da pensare che in fondo il male nasce -con il linguaggio e che là dove Hoffmann si arresta è proprio perché non ci sono parole per la visione del- 1'atlantide che è la terra del bene, terra senza linguaggio, armonia indistinta e originaria. Se è vero che il male nasce con il linguaggio è proprio in quanto nel linguaggio il soggetto si riconosce e si ri·conosce coscienza riflettente che è quanto dire fornito di 103
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