Il piccolo Hans - anno I - n.3 - luglio-settembre 1974

per nulla un filosofo di mestiere. Non posso dire di non avere studiato la filosofia, ma non l'ho studiata com'è normale farlo; non l'ho studiata come uno studente. In modo abbastanza sistematico, d'altra parte, ho voluto fare degli studi altri da quelli di filosofia. E questi studi, per il modo in cui sono andate le cose - mi scuso del carattere aneddotico di questa spiegazione - mi hanno portato a Londra, e a Londra sono stato ricevuto in una casa dove si riceveva pure Bergson. L'ho detto, io avevo, malgrado tutto, fatto come tutti degli studi di filosofia, di quegli studi proprio elementari che si fanno per passare un esame, avevo ben letto qual­ che pagina di Bergson, ma ho avuto la reazione molto semplice che si può avere all'idea che si sta per incontrare un grande filosofo, si è imbarazzati di non conoscere nien­ te, o quasi niente della sua folosofia. Allora, come ho detto d'altronde in uno dei miei libri, ma vorrei rac­ contarlo qui in modo un po' più preciso, sono andato al British Museum, e ho letto « Le Rire » di Bergson. Non è una lettura che mi abbia molto soddisfatto, ma mi ha comunque fortemente interessato. E non ho smesso, nelle mie diverse considerazioni sul riso, di riferirmi a questa teoria, che mi pare comunque una delle più pro­ fonde che siano state sviluppate. Ho dunque letto questo libretto, che mi ha appassio­ nato, per ragioni altre dal contenuto che sviluppava. Ciò che mi ha appassionato in quel momento, è la possibilità di riflettere sul riso, la possibilità di fare del riso l'oggetto di una riflessione. .Io -volevo sempre più approfondire que­ sta riflessione, allontanarmi da ciò che avevo potuto ac­ cogliere del libro di Bergson, ma essa ha preso subito la tendenza che ho cercato di rappresentarvi a essere nello stesso tempo un'esperienza e una riflessione. Devo dire d'altronde che, ricordandomi abbastanza pre­ cisamente dei primi movimenti di pensiero che ho svilup­ pato in quel momento, è il carattere di esperienza che ne 81