Il piccolo Hans - anno I - n.3 - luglio-settembre 1974
ma fare del risibile. Ora è possibile dire, ed è stato detto, che conoscere è saper fare. Ma dal momento che noi sap piamo far ridere, possiamo dire di conoscere veramente il risibile? Non sembra, se si considera la storia dei lavori filo sofici sul riso. E' in definitiva la storia di un problema insolubile . Ciò che sembra di primo acchito così accessi bile non ha mai smesso di sottrarsi all'investigazione. Il dominio del riso è forse persino, in ultima istanza, alme no per quanto a me sembra, un dominio chiuso, tale che il risibile resta inconosciuto e inconoscibile. Non ho intenzione di riprendere qui tutte le spiega zioni che sono state date del riso, e che mai hanno saputo risolvere in maniera veramente piena l'enigma dato. La più nota è senza dubbio quella di Bergson, del meccani smo placcato su del divino. Mi pare che questa teoria di Bergson, molto nota, sia talvolta l'oggetto di scritti poco giustificati. Mi sono stupito, in particolare, di vedere Francis Jean son, in un'opera recente sul riso, e una delle più conse guenti che siano state pubblicate di recente, dare maggior importanza alla teoria di Marce! Pagno!. Probabilmente sapete che Marce! Pagno! ha pubblicato, tre o quattro anni fa mi pare, una piccola brossura sul riso. Questa teoria però non è in realtà molto originale, e mi sembra persino delle più sommarie. Per l'autore di « Marius », il riso ri sponde al sentimento di superiorità di chi ride. In fondo, in ultima analisi, questa operetta potrebbe confermarci nell'opinione secondo cui altro è saper far ridere, altro comprendere che cosa è il riso. Non mi ri sulta d'altronde che i teorizzatori filosofici del riso ab biano mai eccelso nell'arte di divertire e di sollevare onda te di riso. Resta il fatto che l'ipotesi di Bergson è da parte sua così lontana dal poter essere presentata come la so luzione dell'enigma che il suo stesso autore la presenta 67
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