Il piccolo Hans - anno I - n.3 - luglio-settembre 1974

cielo, poiché i cieli significano appunto: impossibilità di cornacchie» 20• Il « nur Gleichnisse» equivale appunto a questa « Unmoglichkeit von Krahen» ( « impossibilità di cornac­ chie»), nel senso che presuppone l'impossibilità del di­ scorso sull' ' altro '. L'unica possibilità data al negativo è quella di distruggere ogni possibilità che non sia quella dell'impossibile. Il nulla dei mistici viene così secola­ rizzato: esso non è più il limite ontologico della crea­ tura né l'ultima inaccessibile essenza della divinità, ma quella possibilità nientificante che viene integrata nelle apparenze del quotidiano, nella quotidianità dell'esisten­ za, nel compiersi delle metamorfosi e delle distanze in­ sormontabili. La lingua del nulla s'insinua nello spazio allusivo della scrittura come quella forza che distrugge ogni si­ gnificato sul filo tagliente di una metafora: « Il cielo è muto: fa da eco soltanto al muto» ( « Der Rimmel ist stumm, nur dem Stummen Widerall» 21). Il discorso Von den Gleichnissen è costituito da un primo lungo capoverso in cui le parole dei saggi vengono giudicate dal punto di vista dei ' molti ' i quali si lagnano appunto che queste parole siano sempre soltanto meta­ fore (possiamo assumere provvisoriamente la parola Gleichnis in questo significato salvo le precisazioni che seguiranno). Kafka non dice affatto che cosa si debba intendere per Gleichnisse. Dice soltanto che l'espressio­ ne: « Va' al di là», del saggio non può essere intesa in senso letterale poiché questo « al di là», questo « dal­ l'altra parte» (Druben) è « sagenhaft»: « qualcosa che noi non conosciamo, che neppure egli [il saggio] può indicare con maggior precisione, e che perciò non ci è in alcun modo di aiuto quaggiù». Le uniche determina­ zioni di questo Druben sono dunque di ordine negativo; non conoscibili, non definibili o precisabili, non utili per il quotidiano e per i bisogni del quotidiano. A con- 141

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