Il piccolo Hans - anno I - n.3 - luglio-settembre 1974
Per coloro che non l'hanno letto, dirò che questo libro mette in scena un vecchio colpito dalla sfortuna, che cer- · ca di pescare dei pesci spada, pesci molto grossi, e che, agni volta che esce in barca, esce invano, e ritorna con tinuamente senza riportare niente. In definitiva, egli esce ancora una volta, ma solo, senza nessuno per aiutarlo, poiché, dato che ha la scalogna, nessuno vuol più seguir lo o può più seguirlo, ed egli incontra la fortuna, ma in condizioni che diventano, in un tempo brevissimo, il col mo della sfortuna. Vale a dire che dapprima egli ha la massima difficoltà a venire a capo del grosso pesce che ha preso, e che lo trascina al contrario là dove non vor rebbe andare, che lo fa, in misura molto larga, subire un vero e proprio supplizio, perché egli non ha la forza di guidare quel grosso pesce; e tutto questo per finire col fatto che al ritorno, quando è riuscito ugualmente a ve nirne a capo, gli squali si mettono poco a poco, e malgrado gli sforzi disperati del vecchio pescatore, a mangiare il pesce, che avrebbe potuto permettergli di vivere per lun go tempo; e, malgrado i suoi sforzi per uccidere il mag gior numero possibile di squali, egli ritorna senza niente. Vi è qui qualcosa di notevole, a mio avviso, dal punto di vista in cui mi sono posto, ed è che vi è malgrado tutto qualche cosa, in questo vecchio, che resta da un capo all'altro essenzialmente sovrano. Non è senza importanza che quest'uomo non sia un lavoratore nel senso proprio della parola, ma un pescatore. La pesca non è affatto un lavoro. E' se si vuole, il lavoro dell'uomo primitivo, ma è un lavoro che non crea quell'alienazione che è propria al lavoro dello schiavo. Attualmente ancora, non c'è nes suno che, considerandosi come un signore, non possa pe scare. Pescare è ancora la cosa del signore. Ebbene, io credo che la possibilità che Hemingway ha rappresentato qui sia assai notevole. E' quella che consiste nel saper tacere, nel saper tutto sopportare, e, insomma, vivendo nella sola possibilità che dà la fortuna, nel saper 107
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