Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974

fica e che « ciò che è stato distrutto non sia riedificato». « Abbiamo distrutti Cluny, la grande mirabile abba­ zia: adesso è l'ora del metallo e del cristallo! » urlò Ca­ milla entrando nella calma dei giardini pensili fruttuo­ frondosi. Non era il crepuscolo malinconico ma il gior­ no chiaro e irritante. Corse gli uffici con il peso e la minaccia della tren­ totto in mano scompaginandone la rassicurazione e l'ef­ ficienza. « Abbiamo distrutto, urlava, adesso è di nuovo l'ora»! Ma le ragazze centraliniste e portinaie chinarono le cotonature bionde e brune sulle macchine da scri­ vere con le quali dovevano riempire gli intervalli tra il telefono e la porta: battevano le lunghe dita curate e laccate con impegno sui tasti elettrici e sincronicamente gli girarono uno sguardo obliquo per l'angolo delle pal­ pebre difese da ciglia convenzionali. Erano sconvolte e non sapevano cosa era Cluny, dove era, chi l'aveva e per­ ché distrutta. La loro bellezza senza giudizio e ironia era fatta per l'amore obbediente, la loro avidità del già accaduto non poteva che essere inquieta per gli urli di­ sturbatori di Camilla, per il ricordo della sua cacciata: le impiegate .f:edeli hanno orrore della cacciata dall'uf­ ficio e del freddo ventoso all'esterno E cos'era il metallo e il cristallo, che gergo mai usa­ va Camillo, tornato improvviso a sconvolgere dove tutto era previsto? « Compagni, urlava ancora Camilla e certo pareva vaneggiamento, non sedetevi sulle seggiole come procu­ ratori generali secondo angoli precisi, rapporti e distan­ ze senza incertezze: violate ogni precedente posizione assunta dai notai nei salotti e, violenza della forma perdio! toccate con le mani la terra, il cordonata dei marciapiedi e vi accorgerete che chi ha il potere avrà paura che non sediate più come lui facendo il suo sedere rituale e confermandone i segni». Correva gli ambienti cinti di cristallo altissimi sul- 94

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