Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974

vendo, possono essere sanza danno d'alcuno, corretti, ma quegli i quali da loro sono fatti, operando, non pos­ sono essere, se non con la rovina degli imperii, cono­ sciuti». La scrittura è una pratica irresponsabile men­ tre la pratica è una conoscenza rovinosa. La pratica della scrittura (« deliberai, per non passare questi mia oziosi tempi senza operare alcuna cosa, di scrivere») si oppone irresponsabilmente all'insieme delle pratiche sociali, oc­ cupa con le parole il terreno che quelle occupano con i fatti responsabili delle rovine. La pratica della scrittura, collocandosi fuori delle professioni, è in grado di criti­ care la pratica delle professioni. Vita civile e vita mili­ tare, vita privata e vita pubblica, si veda il proemio al libro dell'arte della guerra, si oppongono nell'opinione corrente come maschile e femminile: nel passaggio dal­ l'una all'altra si impone un mutamento della voce e dei costumi effeminati; barba e bestemmie, attributi virili, si impongono a chi vuole imparare a fare paura agli altri uomini, un cambiamento d'abito è richiesto a chi « vuole essere espedito e pronto a ogni violenza». La sospensione di ogni pratica professionale, l'esercizio mi­ litare della scrittura è ciò che permette a Machiavelli di segnare per i giovani che lo seguono la differenza, l'allon­ tanamento di maschile e femminile, la scissione tra la voce incantatrice della vita militare e la putrefazione silenziosa della vita civile: di segnare nelle pratiche fem­ minili della scrittura, del principe e della morte, gli estremi della pratica femminile dell'allontanamento, l'im­ possibile della strategia rivoluzionaria che trae l'uomo dall'affossamento impotente nel cuore dell'allontanamen­ to femminile. Il segnamento di Machiavelli rompe l'incantesimo dell'in-segnamento che tiene l'uomo prigioniero della sessualità e della psichiatria, l'envoutement denunciato e rotto da Artaud, il suicidato della società . 8

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