Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974

renza. Finché la vidi, piccola buffa e maldestra come tutti i giovani animali. La cercai inutilmente per tutto il giorno. La marea disincagliò la barca, la ancorai al sicuro e rico­ minciai le ricerche. Ma una sola volta dopo giorni e gior­ ni di appostamenti si lasciò carezzare i capelli come i miei e guardai nei suoi occhi. Fuggì e non riuscii più ad avvicinarla. La madre non la intravidi che una volta. Forse non era il periodo della riproduzione e mi ignorò completamente. Una mattina le vidi nuotare verso il mare aperto e scomparire. Avevo già imbarcato acqua dolce, presi il largo seguendole al gran lasco». « Basta con queste storie false di sirene, perdio!» urlò Camillo . Il pescatore scansò allarmato i propri stivali dalle scarpe sporche. Allora gli pestò gli stivali impataccandoli di nero oleoso. Il pascatore volle tirare un pugno, Camillo si schermì e fuggì verso la strada, inseguito. Goffamente la loro rincorsa franosa giunse a balzelloni fuori dalle macchie. « Ora prenderemo il tra­ ghetto», disse Camillo. Sul traghetto attraversarono il mare verdegrigio, le cavità sue e le gobbe schiumose. Le polene imprecisabili, le case e la linea liberty affondavano nella sabbia di un giorno senza ore. Camillo ripensava alla loro distru­ zione, ma sarebbe stato un lavoro impossibile, troppo lunga la linea delle facciate, soglie irraggiungibili senza numero. Camillo non aveva mai visto dove andavano gli alberghi finisecolari, forse per via della nebbia ostinata a diluire il sole pallido nel bianco senza numeri e identità. Sotto il cielo basso da temporale l'ombra del traghetto attraversava la cavità e le gobbe schiumose con fremiti di metallo verniciato correndo via, pareva a Camillo ma non era così. Le imprecisate facciate lungo la spiaggia fuori moda le case e le barche sulla ghiaia con le polene al mare: era Camillo che fuggiva da quel luogo di macchie e di ore uguali, fuori mano e fuori moda, per villeggia- 74

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