Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974

nendola scrupolosamente invariata. Ricordando la nar­ razione della prima volta. E della seconda e delle altre. Le variazioni minime si autocorreggevano: « Eseguì nella trasparenza dell'acqua calma una danza strana che mi ricordava quella di certi pesci. Io spogliatomi la seguii cercando di imitare la sua eleganza, le simmetrie, le fu­ ghe e i ritorni. Ma senza la coda i miei movimenti erano lenti e limitati. Fu allora che appoggiata a uno scoglio, fuor d'acqua fino alle squame, cominciò a emettere le uova agglutinate tra loro in un anfratto senza alghe, costretta a spasimi che si allargavano nell'acqua». « E poi?» il pescatore chiedeva, « e poi cosa ac­ cadde?». Camillo raccontava ma anche a lui accadeva di fare confusione per quanto cercasse di evitarla, l'impegno a mettere ordine si sperdeva in duplicità, ambiguità inso­ lubili, incontrollati non sensi che lo stupivano. Così tacque la prima volta che raccontò e le successive. Finirono per narrarsi un tratto di storia per uno, ma quando si pro­ poneva la conclusione ambedue si sperdevano. Uno alla fine taceva anche per l'altro. « Le sirene non esistono», disse un giorno Camillo nervosamente, guardandosi le scarpe accerchiate . « Cosa vorrebbe insinuare?». Il pescatore con stizza per un attimo trascurò i gabbiani. « Che la mia storia non è vera?» « La sua storia?» Di chi era? La poca chiarezza sulla proprietà della storia parve ragione di falsità; se anche il pescatore ascoltava la narrazione di Camillo in prima persona ed era imprevedibilmente sorpreso da ciò che sapeva già, stava ad ascoltare il ricordo altrui e poi narrava il proprio tratto di memoria che non era mai lo stesso se non casualmente perché i tratti si deter­ minavano volta per volta diversamente, se. « Insomma lei insinua che la storia della sirena è falsa». « Io non insinuo: sono certo. E so che le sirene non esistono ». 66

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