Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974
E imbrogliata, immobile tra grumi di catrame, nella ghiaia macchiata, con le scarpe piene di sassolini e il resto? « Non sia incredulo la mia storia è falsa ed è vera. E' un accadimento reale anche se è impossibile. Poi se le dico che le sirene non cantano le dimostro che faccio un discorso serio e che la mitologia non c'entra. Lasci perdere le verdi profondità e immagini invece scogli qual siasi che chiudano acque non inquinate, questo sì. E forse neanche, lassù le cuspidi brillano ancora e i ritorni sono sempre possibili dove concupiscenze obso lete migrano su ali stanche o fresche e miriadi di movi menti casuali si spengono e sorgono e si perpetuano. E anche allora, ma resta l'insolubile nodo dello spago, così tirato che. Si imbrogliava sempre così, si perdeva: i fili divergevano e ripiegavano i colori diversi in un disor dine non intrecciabile che lo portava alla fine al silenzio e allo smarrimento. Girava gli occhi lontano sotto la tesa del cappello asimmetrico da burrasca, seguiva i gabbiani funerei, valutava i grigi e il tempo, si guardava gli sti vali macchiati e dopo l'imbarazzo breve del silenzio si allontanava con piccole frane di ghiaia. Camillo notava la singolarità della andatura che il franare dei sassi face va teatrale o enfatica o amplificata; sul rotolio dei sassi pareva una ampollosa cerimonia senza progresso e invece si allontanava verso le case, la loro nebbia e le polene incerte. Invidiava quel suo potersi muovere tra le macchie nere . e montanti del catrame, insidiose, inevitabili. Ten tava passi impauriti dal franare che scopriva sotto i ciot toli grigi o verdi o rosa il nero maledetto. Inutile cer care gli spazi puliti e liberi, si fermava presto, subito. Oltre la strada mai frequentata il liberty si perdeva lag giù nella nebbia del paese, fuori moda e fuori stagione. Dimenticato l'orologio Camillo non riusciva a pensare 64
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