Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974

a cosa? - Davanti all'immagine di una completezza che si richiude, e di questo che il piccolo a, l'a separato a cui si sospende, può essere per un altro la possessione di cui lui si soddisfa, la Befriedigung » (J. Lacan, Op. cit.). Lo zero dell'oggetto a caduto dallo sguardo sposta l'oggetto, situandosi nella posizione di un desiderio insopprimi­ bile senza oggetto - invidia - rabbia - la rabbia che ti consuma - di fronte a cui il soggetto si divide e impal­ lidisce concependo una vendetta omicida - la tua ven­ detta non è ancora placata -. Non è un caso se l'esempio di invidia portato da Lacan si riferisce a una madre, come d'altra parte nella strofa dello scarabeo la palla di materia contro cui si scatena l'odio vendicatore degli elementi della strofa è ancora una donna, e lo è anche nel breve récit del pesca­ tore in cui la moglie muore. La donna non è contata nella struttura, sia essa la donna dei poteri magici al centro della tragedia, sia essa la moglie del marinaio; ma la struttura nella strofa, nella sua forma quaternaria di lotta e contraddizione, è la struttura di una ricerca e una modalità conoscitiva: ella sarebbe dunque assente da questa investigazione mortale dell'oggetto? E' apparso come un effetto di conoscenza non si dia come conoscenza di un oggetto ma come, semplicemente, su di esso si sostenga il filo del desiderio di investigazione. L'enigma della strofa si situa a livello del sapere; cioè di sapere che cosa ne sa lui, il soggetto, del pro­ prio desiderio di sapere, e del fatto che in questo lui parla. In questa posizione egli si trova diviso nello sguar­ do che intrattiene e che gli viene da un reale di cui non sa nulla. Nelle diverse rotture che funzionano nella strofa , e che fanno partire il récit del soggetto, e quello della letteratura, riconosciamo, nel primo, la posizione di ascolto che restituisce la parola detta a un altro, diffe­ rente da colui che la proferisce, che l'intende; e nel se- 56

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