Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974
Lo sguardo detiene questa potenza di morte in cui il soggetto si perde a se stesso. Nella dialettica fra desiderio e significante, la caduta, fuori/nella struttura, di un nulla, di qualche cosa errante fuori quadro, cioè fuori visione e indeterminatamente presente allo sguardo, segna l'impossibilità di congiun gere l'immagine dello specchio, in essa l'altro rimanda l'enigma che il soggetto sente come dipendenza dal desi derio dell'Altro. L'angelo, divorato dalla saliva appestata di Maldoror, dopo avergli lanciato uno sguardo che contiene tutta la storia dell'umanità (Pag. 156), gli fa capire senza par lare che riprenderà la sua forma primitiva via via che salirà verso il cielo, allora lascia cadere una lacrima... La saliva, la lacrima, lo sguardo... La lampada è preci pitata al di là del parapetto nelle acque del fiume, l'og getto caduto si nasconde alla vista dei passanti, lasciando uno sguardo disperato sulla superficie limacciosa (non trasparente) del fiume. La lampada è fuori quadro, la vista non afferra ciò che questo sguardo notturno cerca, rovistando le acque. Da allora essa naviga nel fiume con la sua luce incer ta, e manca allo sguardo che lascia intravvedere il vuoto centrale di ogni scrittura: la castrazione, l'impossibilità di ricongiungere gli estremi del segmento, di ripetere sen za differenza, di fare in modo che lo scritto, simulando il pieno della visione, non dissimuli il posto vuoto dello sguardo nel soggetto. Scarto e spostamento. Il significante si dispone come la marca di questo scarto irriducibile al significato, la logica del significante è nella differenza che instaura il soggetto come l'impossibile che manca all'identità. La scrittura è il terreno da dove questo scarto si mostra come tale, fuori dal travestimento comunicativo, la lettera insiste la surdeterminazione dell'inconscio, in essa ça parle con il soggetto. so
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