Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974
La lampada inondava il tempio del suo chiarore inter mittente, sui quais, dal ponte d'Austerlitz al ponte d'Al ma, rivaleggia con il traffico notturno ed estivo dei ba teaux mouches: dalla Comune in poi avanza con un sor riso inestinguibile (Pag. 158). Maldoror vede un oggeto sopra un poggio, una lam pada nel tempio - ma che la lampada si cambi in uomo non è naturale... egli crede che qualche nuvola abbia velato i suoi occhi - (Pag. 150). Maldoror vede male, Lautréamont deforma lo spa zio visuale scritto, codificato, Ducasse guarda da dove viene questo sguardo nuovo. Pilastri, spilli, baobab si spostano nello spazio, l'og getto scivola insensibile sul filo luminoso delle leggi ottiche - mi sono basato sulle leggi dell'ottica -, si sposta dalla visione ordinata a un punto morto, in essa, in cui si affigge lo sguardo sovrano e violento. Lo sguar do di Maldoror è lotta, è ferocia che si mostra all'av versario. I fili rettilinei della visione sono spezzati dall'irruenza di un procedimento non pacifico, non sistemato, egli afferra la lampada con ostilità, essa offende il suo sguar do con la forza della luce vivificata dal suo stesso avvi cinarsi, non vi sarà altro esito che la lotta: l'assassinio in tutti i canti come uno sguardo pungente sulle cose, la distruzione orale, il morso, il veleno della saliva, del l'urina. La distruzione è liquida, sotterranea, scende nei cor pi, ma la lotta, l'assassinio, è dello sguardo. - Ebbene il momento è venuto. Con i suoi muscoli, serra la gola all'angelo ...che getta degli sguardi sup plicanti - (Pag. 154). Questa è la coppia nei canti, la coppia nella lotta mortale che divide e duplica con la parata intimidatoria. Quattro come struttura fondamentale. Sguardo e visione in ciascuno dei contendenti. « (Nella lotta a morte) l'es- 47
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