Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974
sul corpo e sulla lingua la sua dimostrazione è logica, con la severità matematica e geometrica conduce l'ope razione chirurgica sulla letteratura: che la posizione d'ascolto tagli nel corpo suturato del récit; contro l'im magine unificata del corpo interviene il topo a cui hanno trapiantato la coda di un altro topo: - Ciò che mi resta da fare è di mandare in frantumi questo specchio con l'aiuto di un sasso... - (Pag. 282). L'immaginazione è fuori luogo, sono le pulsazioni del cuore sul palmo della mano che battono il tempo della fretta di sapere, - volesse il cielo che in effetti non fosse qui che dell'immaginazione -: la terza inter-ruzione nella strofa è agitata da una - cupa sollecitudine -. Cerca dunque egualmente di trasportare nella tua immaginazione le diverse modificazioni della mia ragione cadaverica. Ma sii prudente - (Pag. 310). Una scrittura che nasce sul letto di morte, una dimostrazione, una ragione che interviene nella forma del discorso razionale scientifico per introdurvi un ascolto, certo, mortale, l'ascolto che il soggetto ora ha della propria parola da cui egli riceve di rimando la sua questione: al discorso cosiddetto letterario lascia la nudità della ferita. - Come quando si guarda la vagina di una donna - (Pag. 192). Ho ricevuto la vita come una ferita e ho vietato al sui cidio di guarire la cicatrice. Voglio che il creatore ne contempli, a ogni ora della sua eternità, la crevasse béante (Pag. 204). La parola mostra la ferita e la situa, con il soggetto, nello spazio della finzione, lì, essa perde la carica del l'immaginazione, frantuma lo specchio e si mostra come il terreno in cui il soggetto esce dall'identificazione ed è, nel linguaggio, soggetto all'Altro, alla castrazione. Questa messa a morte di uno dei due termini: la tua letteratura, e la trascrizione di essa nella mia, passa attra verso l'uccisione della madre - come un cibo astringente 45
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