Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974

linguaggio che inter-viene sul soggetto, e sul suo cosiddetto , rapporto col mondo, mostra la dipendenza del soggetto dal linguaggio e l'impossibilità di porre il mondo fuori da esso. Che spetti alla letteratura di sconvolgere il pre­ teso rapporto «naturale» con le cose, intrattenuto nel discorso parlato o scientifico, non è un caso ma viene · direttamente dall'assunto fondamentale che lo statuto , della scrittura sia il discorso che pone, nel posto vuoto del referente, il soggetto. Questo, essendo portatore di un altro discorso che lo divide da sé, offre un secondo · taglio che sostituisce alla pretesa rappresentazione reale· dell'oggetto la materialità del significante. Il significante,. tagliato dal significato, che resta preso nel gioco seman­ tico-attributivo, è precisamente la lettera che insiste nel movimento dal discorso enunciativo a ciò che Agosti chiama, il messaggio (in)formale. Qualcosa passa che non è comunicazione di messaggio ma traccia di inscri­ zione inconscia. Non è conoscenza quella dell'oggetto sul tavolo. La . rappresentazione «reale» ottura lo scivolamento del significante e lascia opaco il soggetto . Ma essa manca r dunque interviene l'altra materialità, quella veicolata dalla rapresentazione acustico-grafica, dal significante,. e con essa il soggeto inter-viene nel gioco che lo coinvolge a trovarsi parlate, cioè immerso nel linguaggio, ritro­ varsi diviso nell'Altro. La dimostrazione in corso attraversa la lingua, la: letteratura, i suoi topoi, i suoi testi; la viscosità delle· acque, il sonno, lo sguardo, il riso, il regno animale,. l'oceano, l'ombra, la luce: una retorica negativa mette fortemente in atto il gioco delle contraddizioni, - le · contraddizioni reali e inesplicabili che abitano i lobi del cervello umano - (Pag. 254), senza esclusione o logica . binaria; l'orecchio ascolta - declamare a gran voce la strofa seria e fredda, senza commozione - (Pag. 32),. 44

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