Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974

Lo sguardo di Lautréamont Vedevo, innanzi a me, un oggetto ritto su un poggio. Non distinguevo chiaramente la sua testa; ma, già, in­ dovinavo che non era di forma ordinaria, senza tuttavia, precisare la proporzione esatta dei suoi contorni. Non osavo avvicinarmi a questa colonna immobile; e anche se avessi avuto a disposizione le zampe ambulatorie di più di tremila granchi (non parlo nemmeno di quelle che servono alla presa e alla masticazione degli alimenti), sarei restato ancora allo stesso posto, se un avvenimento per se stesso ben futile, non avesse prelevato un pesante tributo alla mia curiosità, che faceva scricchiolare le sue dighe. Uno scarabeo, rotolando sul suolo, con le sue mandibole e le antenne, una palla, i cui principali elementi erano composti di materie escremenziali, avanzava a passi rapidi verso il poggio indicato, sforzandosi di mettere bene in evidenza la volontà che aveva di prendere questa dire­ zione. Questo animale articolato non era di molto più grande di una vacca! Se dubitate di ciò che dico, venite da me, e soddisferò i più increduli con la testimonianza di buoni testimoni. Lo seguii da lontano, ostensibilmente insospettito. Che voleva fare di questa grossa palla nera? O lettore, tu che ti vanti incessantemente della tua per­ spicacia (e non a torto), saresti capace di dirmelo? Ma, non voglio sottoporre a una dura prova la tua nota pas- 32

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