Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974

le ed esce dalla vagina perché Dio, pudìco o godereccio, ha voluto risparmiare l'ano. Ed è partorita l'irrisione. Non più l'orecchio sollecito-Madame de Lorsange che invita Justine-Thérèse a chiudere fuori dalle imposte del suo castello il temporale, ma una Juliette beffarda che apre la porta della locanda perché Justine stessa si lanci nella tempesta. Un furto di sangue, di amici, di parenti sacrificati alla leggera. Di soldi. Una gran puttana. Non più uno spirito ma per questo, un ésprit, direbbe La phi­ losophie dans le boudoir, vraiment philosophique. La morte non squarcia più i veli del significante, il distacca­ mento cambia segno e colore. Non c'è tempo e non c'è pentimento. Del resto, scrive Sade, basta ripetere una cosa quattro volte perché il pentimento sia impossibile. Al rivivere il vissuto alla luce del suo vero significato, al benefico bagno nell'Eunoè che permette l'entrata nel regno di Beatrice, si oppone la piatta costante della ri­ petizione . L'accumulo risponde al furto e il furto all'ac­ cumulo. Laura distaccamento femminile mille volte evo­ cato inchiodata alla sua immagine, ripete in Sade l'in­ tero iter della mimesis della donna. S'insinua una crepa nella sua perfezione. Il margine lasciato da Justine al­ l'immaginazione si riempie in Juliette forzando l'imma­ ginabile. Il dono svuotava l'involucro della prima Juliet­ te, · il furto lo crepa colmandolo oltre ogni dire. Alla let­ tura-traduzione femminile subentra il femminile di una scrittura maschile. Alla « presenza » della sublimazione beata, il motivo tagliente e rivoluzionario della separa­ zione (cfr. Sade o della separazione in: Il teatro del ca­ pitale: teatralità come separazione, di V.F.G., «Utopia» 1 gennaio 1972) che la nuova Juliette opera sul signifi­ cante-fallo che solo dislocato come godemiché o addirit­ tura come ano si stacca dalla generazione del senso della vita. Quattro volte: il libro e la Sfinge, Mar­ gherita-ragazza madre, il cielo di Margherita e di Lau­ ra, Juliette; la scrittura maschile piena, la scrittura 30

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