Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974

cardiaco appena la loro maturazione permette loro di attivare tali strutture. Questa previsione fu confermata in uno studio su bambini fra i cinque mesi e mezzo e gli undici mesi e mezzo: questi bambini udivano dalle otto alle dodici ripetizioni di una frase dotata di senso com­ piuto seguita da una frase discrepante. Quanto più gran­ de era il bambino tanto più era probabile che il suo ritmo cardiaco si accelerasse in relazione allo stimolo discrepante: ciò fa pensare che egli compisse un lavoro mentale, cioè attivasse delle ipotesi » 11 • La differenza insiste a tal punto, ogni qual volta il soggetto sta emergendo da una situazione di diffusa identità, da essere addirittura sovradeterminata. Ascol­ tiamo, a questo proposito, il dialogo di un bambino con uno psicologo di scuola piagettiana: « A Lei (un bambino di quasi 5 anni) si chiede se un filo di ferro a forma arcuata resta lo stesso filo quan­ do viene raddrizzato. « Com'era il filo quando abbiamo cominciato?» - Rotondo. « E ora?» - Diritto. « E' lo stesso filo?» - No, è un altro. « E il colore è rimasto lo stesso?» - No. « Come è diventato?» - Nero. « Quando è diritto è lo stesso colore di quando è rotondo?» - No, era tutto rotondo. «Ma il colore è sempre uguale?» - Si... no 12• Per un altro bambino, una volta travasato lo stesso sciroppo da un boccale ad un altro di forma diversa, anche il colore era cambiato: il rosso era diventato più rosso. Assistiamo insomma a una sorta di sovrainvestimento delle differenze, quando da uno stato E si passa a uno stato E 1 sen2la oambiamento di colore. Come se il bam­ bino, così facendo, tentasse di ricuperare l'identità affer­ mata in precedenza, attraverso un'indebita generalizza- 112

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