Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974
morbide intermittenze del cuore, del fascino discreto, che abitano nella piccola differenza sopportabile. Negare la differenza, negare la rappresentazione. Torniamo a Freud, all'infedeltà che marca la ripro-duzione della percezione nella rappresentazione, in una . asimmetria di base che scandisce il costituirsi del sog-getto nel passaggio al simbolico e che sembra impedire la formazione di una teoria lineare del desiderio. Punto , focale e «pierre d'achoppement» per la teoria, sulla. scena della cultura psicoanalitica contemporanea, è da . questo dualismo irriducibile e insistente che deriva la serie di «dualità», compresa quella della coscienza e del l'inconscio, che informa la recente riflessione psicoana-litica di fede freudiana. «Il contrasto tra soggettivo ed oggettivo non esiste· sin dall'inizio. Esso s'instaura soltanto per il fatto che il pensiero possiede la facoltà di rendere nuovamente attuale, attraverso la riproduzione nella rappresenta-zione, qualche cosa che è stata un tempo percepita, sen-za che sia necessaria la presenza dell'oggetto esterno» 8 •. L'alienazione dell'oggettivo nel soggettivo non si riduc e , quindi, per dirla così alla buona, al fatto che la perce zione del seno «reale» sia in qualche modo diversa dalla sua rappresentazione. Il conflitto non si instaura cioè· tra elementi simultaneamente attualizzati, ma si iscrive,. necessariamente, nell'ordine della temporalità: ri-trovar e , l'oggetto, che anticamente aveva portato a un soddisfa-cimento reale, in un tempo che è andato oramai perduto.. Ciò che si ritrova è diverso, è «altro». Ma se la differenza è incolmabile, è altresì incommen surabile? Sembra di sì, se si analizza la letteratura più . recente che affronta l'argomento. E' una constatazione: · lo scarto non sopporta la dimensione della quantità e 108
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy