Il piccolo Hans - anno I - n. 2 - aprile-giugno 1974

La differenza sopportabile Non c'è ragione di stupirsi se la differenza' sia letteralmente « inesplicabile ». La dif- ferenza si esplica, ma per l'appunto tende­ ad annullarsi nel sistema in cui si esplica. . {Gilles Deleuze)· Le congetture che seguono (sfilano e (s)fregano) sem­ brano mimare, parzialmente e senza volerlo, l'oggetto· stesso intorno al quale discutono, ricalcando il doppi o , movimento che agisce nella psicosi: retrazione di inve-stimento e perdita oggettuale da un canto, surriscalda-mento semantico in cui s'imballa il pensiero dall'altro.. Se l'uso eccessivo del ricorso metabolico disturba, pro­ ceda il lettore all'acting-out che preferisce. Differenza è eccedenza. Insopportabile. Per definizio-ne. Ridurla a identità - fosse anche tramite la pura negatività - significa polverizzare il soggetto che dalla differenza destituito nell'enunciazione, nell'enunciato, fe-rito a morte, viene restituito. Potrebbe essere la bambinetta che imperterrita nega· il sesso al fratellino che la madre sta fasciando: un pezzo di cacca al posto del fapipì non basta di certo a -. quietare le ostilità. Potrebbe essere l'omosessuale pronto , a negare, insieme alla Differenza (la castrazione), quella del sesso poco vigoroso del partner, in un gioco di scorci oculari che dalla periferia ombelicale, asimmetrici, inven- tano nuove, necessarie perfezioni-identità: non basta a placare la smania di altri jeans rigonfi all'altezza del' cavallo, sottratti fulmineamente allo scarto complice di coscie attillate. 102

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