Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974
mondo occidentale: « Per poco inclini che siamo a occu parci di economia, è sotto il suo aspetto economico ed esclusivamente economico che la situazione attuale ci colpisce (...) Si sa che in questa fine anno, a guisa di strenne, i salari sono stati ridotti qui del 10%, là del 20%, (...), sul lastrico più di tremila operai. Lo stato non dà sussidi di disoccupazione ma le municipalità, tuttavia desiderose di non lasciar morire di fame tre centomila disoccupati della regione parigina, prendono dalle casse di soccorsi frettolosamente organizzati una somma da sei a otto franchi al giorno da dare a cia scun disoccupato, che per poco che abbia un po' di famiglia ha giusto quel che gli basta a conservare suf ficienti forze per vedersi lucidamente morire di fame». L'immagine stereotipata di un Artaud egocentrico indi vidualista forsennato, chiuso nel suo delirio è, come si vede, singolarmente lontana dalla verità. Vi è in que sto frammento di testo citato una cosa che i surreali sti hanno di raro manifestata, ossia una preoccupazione della lotta quotidiana, paziente, ostinata; nessun gran de volo lirico-poetico come in Breton ma un senso del concreto, di problemi concreti, della lotta concreta. Quanto si è lontani dal: « Io non lavorerò mai, le mie mani sono pure. Insensati, nascondetemi i vostri pal mi...» di Aragon! - Necessità del legame con le masse. Mao Tse-tung, 1942, (Interventi alla Conferenza sulle questioni della Letteratura e dell'Arte a Yenan): « Bisogna che i nostri scrittori e i nostri artisti... abbandonino la loro posi zione piccolo-borghese e passino gradatamente dalla par te del proletariato...». Artaud: « Nessuna rivoluzione è possibile senza integrazione delle élites alle masse». Dunque urgenza d'una « cultura di massa». - Lotta contro l'economicismo. Artaud: « ...rimettersi alle cose, alla loro trasformazione, lasciando loro di guidarci è un punto di vista da bruto osceno, da pro- 83
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