Pensiero e Volontà - anno III - n. 15 - 1 ottobre 1926

• , Pl~NSiER.O E VOl,ON'fr\' ' ·--------------------------------------------------,--------e- -Naturalmente non parlo dell'Italia, dove, si sa, dobbiamo restare con1e stiamo almeno altri cinquantasei anni. Parlo i,n g.enerale, in linea teorica, ed il Prefetto 1ni lascerà dire, [)erchè 11011sta là per occuparsi di teorie e far della .f: losofia della storia. Quando uno non ha la forza di ri11111overe <l~ sé un ostacolo e non vuole condannarsi alia i1nmohi1ità, deve profittar.e dell'opera di tutti coloro che ha-nno interesse ad ahh~ttere lo stesso ostacolo. ,1Ia ,dc,te farlo iu rnoctu d,q non trovarsi noi di f ron t.p ad un ostacolo eguale o peggiore. Vale a dire che se non volessimo rnuoverci se non quando potre1no fare diretta111entc la .anarc111a, tutta ranarchi.a, noi rinunzierenJ~ 1110 in pratica ad og,ni azione effica~e e c1 condanneren1n10 a perpetua sterilità. lVIa d1aJtra parte, se ci confonclessin10 cogli altri, · repubblicani o peggio, ci faren1m,o strun1ento d~i nostri a vversarii ed assisteren1mo !più .o meno esplicitan1ente all'oblio ed alla rinunc1a del programma nostro. Verciò bisogna :,<:;111pre e ad ,ogni costo restare anarchici. Cooperare, se si può e con1e si può, con i partiti che lottano contro il pote· re che è; ma senza ,co1npro1nessi ideali, senza rinunzie progra111n1atiche, senza patti per 11 doJJo. senza disfare o trascurare 1e proprie organizzazioni, n1ettendosi e tenendosi in pn~1-· zion,e di poter combattere chiunque riesca ad afferrare il potere, colla stessa jntra11s1ge11 ia con eui si combatte coloro che lo detengono . oggi. Itcl ora mi aspetto che qua1cnno ripeta ancora che io mi sono convertito alla repubblica sociale e federalista. - fJn altro ritaglio. Si tratta della risposta che n1ì ft1, sull, A duna la di Ne,,T York il Gruppo editore del libro ct1 Ga11eani L,a fine dell'Anarchismo? per le parole .amare ch'io dissi contro la prefazione che esso fece al libro. 11 ù Gru1)po editore», che pur -dovrebbe aver cognizi,one diretta di Pensiero e Folon~ tà, risponde riportando a sua volta i brani di lVIolaschi che Il l\1artello ed Il J.1onito mi avevano .att~ihniti; e sn questo non ,occorre ritornare. Ma poi, siccon1e io lo avevo accusato di dire delle cose non· vere, il detto « Grupp0 ecbtore », per mostrare la sua veridicità afferma, con1-e cosa nota ed ammessa che « Errico Malatesta r·accomandava la calma e l'attesa del gra,n_ giorno nelle calde giornate del '19 . e dei '20, pr1oiprio quando si lasciava ... n1a111polare e.lai socialisti ». Ora questo è proprio il C()n trario della verità. Da quando, alla fine del rgrg riuscii a venire in Italia, sfuggendo alla polizia inglese eh.e per rendere servizio al gover,n,o italiano m'in1;pccliva di lasciare l'Inghilterra, fino all'ottobre r920 quando fui incarcerato, e poi 2.ncora, dopo uscito di ,prigione, fi,no al1'11lti1no n1on1ento in cui fu possibile parlare e n1uoversi, cioè fino alla niarcia su~ Ronia. io n,on feLi che incitare ,all'azione immediata. Coi socialisti fui sempre in contrasto, perchè essi dicev.ano che bisognava non aver frett~ a lasciar fare al ten1pe, che lavorava per la Rivoluzione, etl io invece ritenevo e dicevo che bisognava far presto perchè il tc1npo rendeva sen1prc più difficile l'o11era ,nostra ed flVrebbe ·finito· col renderla impossibile per un 1ung,o periodo. Da una parte - io dicevo - le 111asse non possono restare a lungo nello stato attuale di tensione di spirito e se non avviene nulla di decisivo, 1 presto saranno stanche e sfiduciate· e dall'altra parte la borghesia ritroverà il suo equilibrio e ripiglierà coraggio, n1entre che il governo appresta le forze di repressione. Infatti già Nitti rinfor7.ava il corpo d€i r:arabi,n-ieri reali e creava il corpo delle guardie r-eg1-e. Cercavo di .a1 ttirare a· noi le masse socialiste e le n1ettevo ih guardia contro i loro capi, che avevano promesso la rivoluzione ,per farsi eleg·gcre deputati, n1a una volta eletti facevano di tutto perchè la rivoluzione non· avvenisse. Tipico il caso, intorno a cui io feci uno scand,alo, del deputato di ~1antova Dugoni, il quale, in occasione della insurrezione 1nanbovana si n1etteva d'accordo col nrefctto per far fallire 1) 1novimento e desig1u1va alla persecuzione ·i 1 sovversivi ritenutj •più con1pn1rne~~t e più per1colos1. . Quando vi fu l'occupazione d~lle fabbriche io non feci che predicare La necessità di allargare il movimento e correvo di fabbrica in fabbrica per incitare alla resistenza. « ~e voi - io dicevo. ~gli qperai - lascerete le fab-. briche che oggi tenete da padroni, vi rientrerete più tardi come schiavi, 1da cani trustat1, e rir.adrete in quello stat,o di miseria e di abiezione, che er,avate riusciti a superare». La nota dorninante di tutti i miei discorsi era sempre questa : « Agit,e subito, o la ho:- ghesia vi farà scontare a lagrime di sangue la paura che le avete fatta,,. •

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