Pensiero e Volontà - anno III - n. 11 - 1 luglio 1926

264 PENSIERO E VOLONTÀ' del voto universaJe, non mi si parli più: dì . qmisté associazioni operaie già putride prima di n,ascere. E di chi la colpa? - soggiunge e– gli --·· dei Repubblicani; della loro tàttica:, del loro volersi servire della popolarità. o d~lle armi per conquistare il potere onde poi orga• nizzare· la nazion~. Il potere ? Eccolo e fortis-· simo : l'organizzazione 7 e non è forse il capo– lavoro dell'organizzazione che 350 mila c1tta-– dini, il cui animo consuona col nostro, siano nondimeno costretti, sotto pena della vita, da quàlche centinaio di u~ficiali a trucidare i · loro amici, i loro correligion~rii'! ·-- Le nostre - orde rivoluziona.rie vogliono sommosse, arrin– ghe, fuochi d'artifizio, musica militare; la guerra ai re, quanto ne segue; ~d ecco il ri– sultato di questo apparecchio gotico e ditta- torio ! » · Nelle lettere successive continua la ri,vista ·accusatrice: che faceva il Comjta.to di Londra poehi giorni prima del 2 dicembre 'I Osteggiava stoltamente Cabet,, chiedeva la destituzione dei giornalisti dei dipartimenti sospetti di qualche ~onformità d'opinione con noi; nel 5 e nei giorni successivi . rifiuta.va 'il concorso deglj uomini ·che non erano della sua bam.da; Na– daud, .l'uno dei rappresent~nti plebei più ener- · gici e'·più disinteressati, era calunniato nella• V ace del prt;scritto, la set:ta di Buchez si sca- g!iava contro gli ultra della rivoiuzione la tur ' . ba repubblicana de} N azionate, della Riforma, del Secqlo, eco., s'accordava a dire che il so- ,cialismo perdeva la Francia. e( Orbene ! Luigi. Bonaparte vi dice coi 7.500.000 sì del 20-21 di– <>-embre che ta Francia. non vi vuole, e quanto a me ne sono contento i>. E altrove: cc. Io ta- lora mi. rallegro dell'immenso sbaglio di. que- _st;jgnobile. razza. Ah! miei' piccoli Galli, sac– cheggiatori e ciarlieri, borghest impinguati, . , paesEJ,ni avari, :rroletarii stupidi, vole.te de~ .poter.e, dell'impero e dell'oro ad ogn,i cos~,ì; pigliatevi il rèsto. ,. Tutti erano responsabili del Colpo- di Stato, tutti l'aveva,no provocato, eon un proprio cl~– .. spotismo, tutti avevano' predicato la r:littatur,t, ~t~tti èrano· stati tra.tti ·dal mecca:µismo· dei v0ti a. dare· una spinta; al carro del v111.cri'..or~, e ·quando Louis · Hlanc si lamentava .che L1 ca-– ·1 unn ia ·gli attribuis.se di. ·aver applaudito «J ~ , . ·dicembre·, ·Proudhon poteva escl'amate•·'èhe ii vero' ··caùunnia.fore era· lo ·stesso l,ouis· · Blanc. !« S-uo padr·e aveva' servito il te Giuse:ppe, · sua madre era una Pozzo di Borgo; _egli stesso 'ha -fatt~ il viaggio di Ham ·per v:isita-re Luigi Bo- naparte; nel 1848 ha par lato pe1; il suo richia– mo, le sue idee sociali sono identiche con quelle del Principe, tutti almeno lo credono e l'affer– mano; Louis Blan·c è l'uomo ohe ha più po– tentemente concorso a popolarizza.re l'idea del– la dittatura. Il suo ~ico P. Vinca,rd si occu,. pava ancora 'dopo il Colpo di Stato di volga– rizzare il regime cooperativo; dobb1am.o noi meravigliarci ohe nel sobborgo dicasi che Louis Blanc approva il Colpo di ~tato ! ». Che farà a.dunque Proudhon 1 Noi lo sap– piamo•, non si astiene. e continua la lotta. e< Il · mio partito è preso (scrive egli) ;io voglio lot-. tare. lottare .fino 'alla. morte. lo n()n-· ho ~hé una penna,; ma voglio tagliarla ancora». Que• . ' . sto è il suo proposito: talora egli vorreboo ina1zarsi al di sopra,. della sua· patria, dove ,non vede che un'orda di briganti che per 95 centesimi di razione a testa hannv scannato un'a popola.zione inerme, nel momento in cu; protestava contro la tirannia; altre voìte. gli sfugge che se maneggiasse la spada vorrebbe metter la al servizio di un popolo libe:..•o, spesso s'appropria quel triste motto dei regi che ce– lebravano W a.terloo come la vittoria, cui do-. vevano di essere liberati da N a.polecme; ;na Ja . ·sua. natura lo vince, e dispotìsmo per. dis,1>0ti-, ·smo. dice egli, ipocrisia per ipocrisia prefer:isce P.arigi a Londra, a· New-York, a Berline., e conta stlll' inswrreziOne, delle cose,,· Nulla, nulla :1ttende dal popolo, tutto I dalle niobili scene della storia, nelle mani del fato, e subito. ad– dita la via da percorrersi. cc Bisogna fa.re (Jiee egli) deHà rivoluzione il solo programma pos- , sibile a •Luigi Bonapa;rte; bisogna che vi ·si . pFecipiti pèr il suo onore, ·per la sua salvezza bisogna, ap'rirgli latissima questa ·porta del-– I' avvenire della popolarità, dell'immortalità, chiudergli tutte le altFe :uscite;· togliergli ogni mezz~ .o p·retesto, bisogna provargli e pro,vare a tutte, le intelligenze, che fuori della rivoluzio– ne è perduto e provandolo fare che ciò sia di fatto. Per tal guis,a il partito democratico tii . troverà senz'altra apologia O iJ:Jcriminazione ·rassicurato moralmente; ' dogmatfoamenté; qna;ndo Fidea · esiste, il fatto· tosto o tardi la st:gue: discturrt' factum »., · I • GIUS·EPPE 'FERRAR!. · (Uontinua): - I Direttore responsabi~t:l: GIUSEPPE TURCI. SOCIETA; ANON. POLIGRÀFlCA ITALIANA. Via Uf.fiCi del- Vieairio, n. 43..- Hoina.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=