Pensiero e Volontà - anno III - n. 11 - 1 luglio 1926
258 PENSIFRO E VOLONTA' ._ I .. proir>qneva un,a lega universale di tutte le so– cietà operaie. In questi .appunti storici, del resto molto sommari, del Labriola troviamo d'interessnnte l'accenn'◊ al contrasto fra Marx e Mazzini, al primo sorgere dell'Internazionale, quando an– che il secondo :aderiva per breve momento alla celebre .associazione. Trattandosi di elaborare un indirizzo agli operai ,di -tutto il mondo, cc Mazzini .avrebbe voluto inserirvi il uoto programma con alquanta fraseologia s-ocialistì– c.a, e stabilir-e una forma central,zzata ,~on grandi poteri in mano ai capi; mentre Marx trovava che un.a simile form::i. non corrispond-e– va ·al gran numero delle società operaie e alla differenza delle condizioni economiche. Biw– gnava contentarsi di un legame federale e ri– spettare le autonomie· localt, poicbè -non si trattava di creare ·un movimento, ma di unifi– care e congiungere il movimento di classe già esistente nei singo1i paesi, ma sparpag1bta-. mente n. Caratteristico, •non è vero? Al1'inizio M.arx, che presentiva forse l'autoritarismo di Mazzi– ni, SQSteneva contro di questi quel feclerali~mo e quelle autonomie locali nell'Internazion:a1e, che più tardi dovevano sostenere, contro di 1ni e per combattere l'autorà.tarismo suo, i suoi antagonisti Bakunin e Guillaume ! Il grave difetto di Labrio1a, quando par1a dei dissensi tra Marx e Bakunin, è di fondarsi esclusivamente sul fomoso libello di Marx ed Enge1s: « L' A11eanza de1la Democrazia socia– lista e l' Assooiazione Internazionale dei lavo- . ratori n --- 'di cui ormai è nota tutta }!ingiu– stizia .a base di calunnie e di. menzogne. Sò- . "ci-a1isti noti e di superioire intelletto come Bernstein, Jaut1ès, Michels ed .altri, ne rico– nobbero in seguito la infondatezza. La.brio-la, basandosi sopra un doçumento così equivoco, fa tutto un ,pasticcio intorno a questo periodo della storia dell'Internazionale; vi IJ)arla di sci-operi sciagurati, di agenti provocatori, di delitti auarchici, di pazzie alleanziste, di in– trighi, <li vane rivolte, ,di bombe, e chi più 11eha .1:>iù ne metta! -Un'ultima accusa 'è che gli anarchici, essen– •do in molti paesi rimasti padr-oni del campo, .avrebbero contrib)..lito a rendervi ,pti\Ìmoderati i partiti socialistici f! ! · ]\,fa·,a dir vero, non meravig1ia che La-briola .fosse così proclive ad ?CCettare ,per oro colatÒ tutte le diffamazioni marxiste contro gli anar– chki, un IJ)O'pel st1:oStl)irito acre e pettegolo . e perchè ,anche lui (pur essendo stato un tempo ianco molto amico dell'anarchico Pietro Calcagno) era uu fegatoso mangiauarchici. Io e qualche altro studente dell'Uiiiversità di Roma ci bi– sticciammo aspramente, un giorno, pei corri– doi della Sapienza, col prof. Labrio1.a per aver egli ripetute nella lezione precedente (forse la :.nedesima riassunta negli aippunti ora ria;>ub- blicati) queste ed altre .peggiori afjermazioni calunniose contro gli anarchici. Egli aveva, ripeto, il grave torto di non conoscere gli anarchici e l'anarchismo che a traverso i li– be11i ,dei nostri peggiori ,nemici. Il Dal Pane non a\rebbe-fatto male, egli_che cita ;più volte la storia -dell'Internazionale di James Guil– laume, ove la verità dei fotti è ristabilita · scrupolosamente, ad avvertire i lettoli di qualcuno dei più gravi err-ori di fatto in cuj è caduto il Labriola · _per soverchio spirito settario. Notato cìò per obiettivo amore d,i verità e, naturalmente, senz'alcun ombra di ran– core che sarebbe ridicolo ,a :circa 25 anni di distanza, torniamo a ripetere che questo li– bro resta interessante per lo studioso. Nel– l'ultima parte si parla del oattolicesirno e della democrazia -crà$tiana, che neg1i ultimi a,nni del Labriola, faceva molto !Parlare di sè Il giudizio del Labriola iè molto- giusto, e po- trebbe .attagliarsi benissimo àl più recente ed ora boccbeggi_ante Partito Poi.,olare . .Pur– traippo il libro si arresta pr•OQ)riomentre nelle ultime righe il: Labriola .accenna alla tesi più generale se la religione sia o no un f atto permanente e un bisogno umano reale, se s.ia o no. superabile. Ma 1 p-er un problema cosi vasto le poche parole che seguono, con cui finisce il libro, sono ,del tutto insufficienti· e potrebbero ingenerare deg1i equivoci. Prima di finire vorrei muovere una do– manda al !Dal Pane. Egli, in un.a nota, in cui dà un •elenco -dei rappresentanti al Con– gre~o dell' Internazionale di Losan11a del 1867, facendo il nome -dei due rappresen– tanti italiani. Gaspare Stampa per Milano e il marchese T.anari per Bolog-na e Bazzano, aggi unge fai" ,parentesi e irt corsivo: niente di socialistico. Perchè? ne é ben f>icnro? Io credo che s arebb e molto interessante since– rarsi se e : fi.no a che . punto questi due pa– triotti -ed ex cospiratori mazziniani ·e gari– baldiniani sii avvicinarono alla Internaziona– le non solta-nto per caso od equivoco, ma [)er una vera e propri.a loro tendeniia.lit;\ socia~ listi ca. L. FABBRI.
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