Pensiero e Volontà - anno III - n. 4 - 1 aprile 1926

.. , .. PENSIERO E VOLONTA' 77 ---------------------------------------------- secoli. l\tia l'avverti1nento, pure richiamand0ci giustamente al no~tto dovere di non consumare tutte le nostre energie nella discussione accademica e spronandoci a fare la propaganda organiizatrice coj fatti, non vieta nè impedisce- punto a quelli di noi che han questa brutta malattia di maneggiar la penna pe' giornali, di continuare a discutere. Il che io stesso faccio, come si vede, con sufficiente zelo, :- ed -.i lettori me ne perdonino ! · Anzitutto quel che occorre è capirsi a vicenda, non frai~te~dersi, vincere la incomprensione che spesso separa più delle . differenze progra;mmatiche e rende difficile ogni unità d'intenti e di opere. Dirsi tutti «anar- · chi ci» non basta alla concordia, quando v'è ìa tendenza a supporre in ogni compagno dissenziente delle intenzio~i antianarchiche, per una inconséia manìa di criticar tutto e tuttì e di avere il r~onopolio esclusfvo della verità. Ogni comun~nza spiritll:ale e di lavoro diventa i:µipossibile o quasi con chi, pur in buona fede e. senza rendersene conto, tiene un atteggiamento che, seminando senza volerlo diffidenze ed equivoci e malumori, turba e impedisce ogni serenità di l'apporti ed ogni serietà di discussione. Bisogna poi tener conto di questo fatto : che sotto il nome generico di «anarchici» si raccolgono u0mini, il cui parere è molto diviso sopra una infinità di questioni, alcune delle quali così importanti e vi tal{· da non poter essere annullate col silenzio o scavalcate con un· abbracciamento generale. Io, per es., credo essenziali per l' anl:l,rchismo le idee che Yado (quando posso) esp0nendo sull'organizzazione, sul sindacalismo sulla violenza sulla ' ' morale, ecc. e rin un ci are a propagar le per me equivarrebbe a rinunciare ad essel'\3 anarchico ' a mancare al mio · dovere." Ciò non ostante . . sono. sempre disposto a collaborarP, e coope- . rare su altro terreno e per al tre cose, su cui non v'è dissenso, pur coi con:ipa.gni che non sono d'accordo con me sulle questioni suindi- , ~ate, - come, del resto, in determinate circ·ostanze e per casi contingen.ti, anche con elementi non anarchici che, sulle vie della libertà e dell'emancipazione proletaria, abbiano qualche scopo impellente ed immediato comu- . ne con. noi. Ma come, con questi ultimi, ogni contatto od accordo contingente vuol essere libero, senza rinuncie e senza subordinazioni, salva restando la nostra autonomia d'iniziativa. e la più assoluta indipendenza, tolleranti con tutti n1a intransigenti nel rifiutare per parte noi'bli t e Gin Bianc stra idee od azioni che credessi1no dannose, ·anche fra anarchici divisi da dissensi di principio o di metodo (pur essendo le possibilità d'intesa maggiori e più vasto il campo d'azione su cui cj si può intendere) una utile cooperazione è possibile solo sulla base dell&. reciproca tolleranza e autonomia e se liruitata a quei punti determinati su cui s1 va <lel tutto d'accordo. Sul resto ognuno deve poter esser libero di fare a modo suo, senza il pericolo di essere ad ogni passo anatemizzato come anti-anarchico dal proprio vicino o compagno; senza cioè dover sacrificare sull'alta.re della concordia che in tal caso non sarebbe più concordia, ma subordinazione, - alcuno dei propri principi o metodi sia nella propaganda che nell'attività pratica. LUICtI FABBRI. I Anarchismo Comunista o individualista 1 'unoe l'altro (di Max Nettlau). L'anarchismo non è più giovane e sarebbe tempo di domandarci perchè, con tutta_ l'energia spesa nella propaganda, esso non si span- <le più raoidamente. Infatti, anche dove r attività è maggiore, i risultati ~ono limitati, mentre poi delle va;te regioni non so~o ancora toccate da alcuna propaganda. Discutendo questa questione non tratterò del problema del sindacalismo, il quale, assorbendo tanta parte dell'attività e delle simpar• tie degli anarchici, non può per questa stessa ragione esser considerato con1e utile al pro- ~resso dell'anarchismo propriamente detto~ quali che possano essere· gli altri suoi n,eriti. E cercherò anche di non 1·ipetere quello che dissi negli anni passati in altri articoli sui mezzi possibili per accrescere l'attività degli anarchici. Non si f eco attenzione al ,mio pa- . \ . rere ; ma non s1 puo 1n nessun caso pensare che essò abbia. ostacolato il prog1·esso delle nostre idee . Mi occuperò solo delle teorie dell'anarchismo. Per molto tempo sono st,ato colpito dal contrasto tra la larghezza degli scopi dell' Anarchisn10 - la più grande possibile realizzazione della libertà e del benessere per tutti - e la strettezza, per dir così, del suo prograinma •

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