Pensiero e Volontà - anno III - n. 1 - 16 gennaio 1926

t -4lnche l'ultimo numero. è· .stato sequestrato nelle sue due edizioni PENSIERO- E VOLONTÀ Anno III. - N. 1. • .(asella ·Pòstale N. 411 • Roma, 1 e t 6-Gennaio l926 Classici Italiani (Fì_or .da 'fiore) -fivpertenzq ai- lettori Un nosfiro collaboratore I che è molto ... topo di biblio·teca, :ci lha proposto di p·ubbli– care in un unico ' numt}rO di questa rivista I una scelta di scritti d'autòri classici, .che ·egli ha messo insien,;,e per mostrare ·çhe v' i un~ secolare tradizioné italiana di dignità e di fierezza, eh' è · molto all'unisono còn una quantità · di sentimenti che tu,multuarw nel– l'animo nostro nell'ora .che volge. N ai abbiMnO aderito alla sua pro•Posta, non_ tèn?.à dissimularci però 'il pericolo · di equi– voci, cui' pofrebbe dar luogo il fatto che si leggessero gli scritti ch,e seguono senza te-. nere tutto il dàvuto conto dei temPi . cam– biati e delle situazioni. mutate, come delle progredite esig,enze spi-rituali. e saciali dhe da tanti mutamenti, attra1Jerso dei secoli, sono derivate. Come i lettori -vedranno, gli scritti o bra– ni di. scritti scelti dal comfilatore, sono· di carattere prevalente1'nente letterario; · non. è. qu,in"diil ·caso di vedervi affinità programma– tiche.·· Più che idee vere e proprie· essi espri– mono. un atteggiamento de'llo spirito, che ap_-· Paga il· nostro stat-o d'animo att-i1,ale; ed è imitile dirne il Perchè. Tutti vedranno che· vi sono 'ffegli scritti che seguono (di autori l<mtanissimi, o ,ignari, o. di tendenzf3 avverse allti ,nostra) 1'YUJ'lte cose che . no-i non ·,Potremmo certo• accet.tare del t1:"tto, se dette tali e quali attualmente. Pure efse 'sono in alto glfado interessaJt,ti, Per il sentimento profondamente umiano che v·i · spi– ra dentro, nel quale sentiamo ris'>jJBcc.hiato molta del nostro, e pèrchè ,detto inoltre in. quelle fo-rme il' atte r.h.p, l' h-anno reso univer– sale ed eteino: Inqual modo si possa ve_getare, vivere, morire·nella tirannide · DI VITTORIO ALFIERI Il vivere senz'anima è. il ;più breve e H più sicuro compenso per lungamente viv~re in ::;ic~rezza nella tirannide; ma di qm~sta obbrobriof-8. morte ~ontinua (che io !Per l'o·· nore della umana ~pede non chiamerò vjta, ma vegeta~ione) non rosso nè voglio inse– gnare i ,pr-ocetti, · ancorch~ io gli abbia, sen1.a '(plerli. P.U.te i,mparar,e. pur trOpQ)O'bevuti c.--01 latte. Ciascuno ,per sè .li ricavi dal proprio timore, ,dalla lPropria viltà, dalle protprie cir· costanze• più o meno servili ,e .fatali;, e in . fine da i tris t~ ., con ti n un esemp10 de, lt)t ù. ciascuno li ncav1. * * * · Io dunque parlerò ,a quei po~hissim1 che degni di .nascere in libero governo fra 1l<ì • mini, si trova.no ·dalla i-empre ingiusta for-· tuna,. direi bàlestrati in ..mezzo ·ai turpissimi ar-menti di c:-Òloroche n~i.sun~ delle 11ma.t1fl facoltà .esercitando nessuno ,,ì,e-idiritti <lcf.. l'uomo conoscendo o se1 1 bandotie, si vin no pure usurpartdo di' uomiu i il• nome. E d0vendò .fo ,pur dLmostrare a quf vo– chissimi in qual modo s~ ,possa vivere quasi uomo nella: tir~nnide, soi.nmam0,nte mi duole che io dovrò dar loro dei ,precetti [Jllr tro1)ipo' ·aucora contrari alla libera. loro e ·magnanima. natura. Oh quanto ,più voleI'Ìtieri. nato 'io in altri tempi e .goverhi,· m'ing:~gner,ei dj dar (non coi detti, ma c~i fatti bensì) gli e~empi d€1 virver .libero! 1Ma poichè v.ano è nel· tutto,. · il d91ersi ,dei mali che sono •.O paiono · privi. · di 'un presente rimedio, facciasi comè nelle fnsanahili 1 piaghe, a ò1i non· si cerca· ormai tuarigione., ma solamrmte ttn ~uakhe sol- 1/ievo . .

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