Pensiero e Volontà - anno III - n. 1 - 16 gennaio 1926

PENSIERO E VOLO1~TA I P E N. S I·E R I di Giacomo Leopardi I. ·Io ho lungamente ricusato di cr~der ve– re le cose che dirò qui sotto, perchiè, oltre c-};ie la natura ,mia era trqppo rimota da esse, ,e che l'animo tende selil!pre a giudicare «li alti-i 1 da se medesimo, la miia inclinazione ·non iè stata mai d'odiarie gli uomini, ma di amarli. In ultimo l'e51perienza quasi violen– temente ine le ha persuase: e son0 e.erto ,è'he quei lettori ,che si troveranno av,er (Pta– tkatò cogli uomini e in div,ersi mocli, còn– -fesseranno che quello ch'io isono [Per dire è Nero: tutti gli altri lo terranno q_:)er csap:era– to, :6.nohè l'esperienza, se mai avranno occa– sione di veramente ifa.r,eesperien-ie d<'Jla so– cietà ,11m.atrn, non lo ,pong.a l~wo <lin.nat17i agli 00ehi·. Dico che. il mondo è una lega di birbanti contro gli uorn,ini da bene, e di vili <'Ontro i g-enerosi-. :Quando due o rpiù birbanti si trova:no insieme ]a prima volta, facilmente e come :per segni si conoiscono tra loro p,er quello che $Ono: <: subito si ac-cord,a110; o- se i foro ,inte.r~i non (Patiscono qnesto, certa_. mente iprova.11-0 ·i'llclinazione l'uno !Per l'altro, e si hanno •gn1n dspetto. Se un bir-bante ha contrattazi() ll.li e 11egozi -con altri birbanti,. 5ipe1Ssis$iJJ10 ,aiccr1di::che si 1porta con lealtà e che non gYi11gai11rn; se con -genti onornte, è: im,possibi"le che non. m.anchi loro <li fede. e dovunque gli turna comodo, nou cer-rl1i r1i ·rovinarle, ancorchè sieno p·ersone animose e, capaci di' vendicarsi; .perçhè ha speranza, co– me quasi sempre -,gli· •riesce, di vincE-:r,: con 1-e su-e frodi la loro brav.ura. Io .ho vi:ànto più voltr. uomini paurosissimi, trovandosi fra un birbante. (Più _!pauroso <li foro, e una pen,onn <la bene piena d:i, cora.ggio, .abbrac-· ciare per paura le parti del ,birbante: anzi questa co~ accàde sempre che le g-enti ordi– narie si. itrovinò in occasioni simili: t>P.rchè le vi·e <l<e11'uomocoraggioso e ,dabbPn~ i:-ono ,conosciute ·-e semplici, quelle del ribaldo so-· no ocèulte e ·infinitamente varie. Ora cÒme ognuno .sa, le cos~ ignote fanno più paura delle conosciute; e -facilmente uno '5i gnarda da:lle vendette dei -generosi, dalle qua-1{ la , -stessa viltà e la rpaura tii salvano; ·ma.· nes– suna ,paura ,e nessuna viltà è ·})astante a -scam,pàrti dalle persecuzioni - se~rete, dalle insidie, nè -dai colpi anche palesi che ti ven– gono da nemici vili. G~ne:ralmente nella vi– ta quotidiana il vero coraggio è t-emnto ~ chissimo; anche perchè, ,essendp scom[iagna– to da ogni impostura, è privo di quell'ap– parato c'he rende ,le cbse spaventevoli· spesso nop, gli è creduto; e i 1birbanti son(} temuti ~nche_ come coraggiosi, fPerchè, !Per virtù -di 1m!l)ostura, molte !Volte sono tenuti tali. Rari sono i birbanti fPOVeri; pcrchè, la– ~ciando tutto l'altro, se un uomo da bene cade in ,povertà, neSS'\.lno lo soc,orre e molti ' se ne rallegrano; ma se un rih,'lldo div•~nta ,povero, tutta la città si· solleva 1 per aiutarlo. La ragione si può intender~ di leg,geri: ed ,è che naturaiLmente noi siamo to<:chi. da 1le sv·enture <li chi ci è icom:pagn() e consorte, perchlè pare che siano altr,ettante min acce a n~i st~i; e. ~ol-entieri, :potendo vi aw.re– stiamo nmed,10, !perohè il trascurarle pa re troppo chiaramente un aoconsentìre dentro noi medesimi che, ncll'occaiione, il simile Ria fatto a noi. ·ora i bi'rbanti, che al mondo sono •più di numero, e i più cqpiosi di fa– coltà, tengono cjascheduno gli altri 'birbanti amebe non, ,cogniti a se d,i vedt{ta, per· c~m~ pagni e consorti loro, e nei bisogn.i si sen– t~no t,enuti a sor.correrJi ,per quella specie d1 lega, chè ho detto v'è tra essi. Ai quali anrhe ,pare uno scandalo che un -uomo cono– sciuto per birhante sià veduto nella mi~eria per-chè questa dal mondo, che sea.n1prein pa: role è onor.ator,e · della virtù: facilmente in ~asi tal,i è chiamata gastigo, cosa che ritorna m ·obbrobrio, e c-he può ritornare in danno di tnt!i' loro. P.erò. in tor via questo scan– dalo _si adoperano tanto ·ef.:ficacemente che– ,pochi -eseµi,pi' si vedono di ribaldi s,;;Lvo se , . ~ non_ ~ono persone del_ tutto oscure, C'he ca- duti :n mala fortuna, .non racconcino le cose loro lll, -qualche modo comporta 1 biie. .All'?~posto" i :buoni e i magna~imi, come _d1vers1 · dalla generalità, c;-ono tenuti daJla med~sima quas( ,èreature d''aitra specie, e– conseguentemente non solo non avutì per t . ' I consor_ i. ne_ per. cOlllljpagni, ma stimati noh p_arteç1p1 1 de' diritti ~ociali; e, CO!IIle sem,pre– si vede, perseguitatj tanto 1Più o meno gra– v.emente, quanto la bassezza d'animo e la n:ialv~gità del te-1;11?0 e, del ·popolo n~i ·quali s~ a~ba.t~ono a vivere, so no ,p iù o mèno in– signi; perchè c001e ne' cor.pi degli: animali la ~-a~ 11.ra t~ nde SeI!lJpre a _purgarsi di quegli umon e di quei princirpii · che non si con– fanno ~on quelli onde 1Pr<>1Priamente si 1 com– iP?ngon~ essi .c~rpi, c.·osì nelle aggregazioni <l1.molti uomm1 la stessa natura porta che chmnque differisce gran•d€'1Inente ,dall'ùniver-

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