Pensiero e Volontà - anno III - n. 1 - 16 gennaio 1926

. 8 PENSIERO E VOLONTA · Augusto ,quanto la JPresenza di Labeone; Vir– gilio_ non i~sulta mai, 1 é~ceròne, ma -non '1~ nomma mai: con s1 .ifatto teintPeramento provvide e al debito di cortigiano, e a quello d'uomo amico delle ]ettere; ed 'in (fatti quan– do in certe cose non è libera 1a parola/ è' liberissimo sempre il silenz'io. · (Lez:ioni di Eloquenza) UGO FOSCOLO (1778-1827). ' . !Jd (" Prose letterarie,, di U. FoscoLO. Edit. F .. Le M~ri!' nier, Firenze, 1850: Vol. ·n, pag. ro8-rr2). Pensieri politic'i· di Niccolò Macchiavelli . ... il JPOpolo desidera non esser.e comandato · rnè oppresso da' grandi, e i grandi desidèrano comandare ed oppr,imere il :popolo; e da que-. sti suoi appetiti .diversi surg-e nelle città .uno de' tre effetti, o [)rindpato, o libertà, o li– cenza. il principato, è causato o dal po,polo ·o ·dia' grandi, secondo che l'un~ o l'altra di queste parti n'ha l'occasione; perchè· veden~ do i grandi non ,1)oter resistere al popolo, co– minciano a voltare la riputazione ad ùn di loro, e lo fat;mo .principe per [)o-ter sotto l'orli::· bra sua sfogare l'appetito loro. Il popolo an- . cora volta la riputazione a un solo, vedelìdo non poter resistere alli grandi, e lo- fa prin– cipe ,per -essere con l'autorità sua difes◊. Co– lui Cihe viene al princÌjpato con. l'aiuto; de' grandi, si mantiene con più ·difficultà che quello che diventa con l'ariuto del po.polo: perchè si trova 1principe con -di molti intorno che a loro [)ar,e essere uguale a lui, e ·..pèr · questo non gli può nè maneggiàre rnè coman– dare .a suo ,modo. /Ma· colui che arriva al p1 incipato col favore po,polare v.i si trova 'so– lo, edl ha !i11torno o nessuno o pochissimi che non sieno parati ad ubbidire. Oltre a qµ.esto, non si ,può con onestà satisfar,e a' grandi, ,. .e ' . . .. . ~ senza ingiuria d'altr..i; ma sibbene al popo1o; . perohè quello del popolo è JPi~ onesto fipe che ci uel de' grandi, 'V'Olendo questi .owr.i– mere, e qu-ello non essere· opprésso. Àiggiun~ gasi ancora, che dal popolo- inimico il prin• .dpe non si può mai. assicurare, .per_ es,~~Fe tro,ppi; de' gra11:d,isi p~ò ass.icurare,. _per es– sere ,pochì. Il peg.gio che ,possa .as,pettare un ' ' . 'ptiincipe del .popolo inimico, è l'essere ahban- donato da ·Jui: ma da grandi inimid- non solo debba tèmere di -essere' abbandonato, ma che ancor loro gli venghiino c~tro; perchè,.. essendo in quelli più ·v·édere e [)iù astuzia,. avanzano sempre tempo· [)er salvarsi, e cer– cano gradi -con quelÌo che sperano ohe vinca. E' necessitato ancora il principe vivere sem– li)1-e con- qu,el fuedésirrio popolo; ma può ben far-e senza quelld: medesimi grandi, potendo f~rne e disfarne ogni dft e torre e dare, quando ·u piace,- r,epiutaz·ione loro. (Il Prin- CfJ. Pe, C31P.IX ). . E crearono dieci cittadini. .. in tra i quali fti creato' i)..ppio Claudio uomo sagace· e in– quieto.' E pe~chè e' potessero senza a.Lcun ri– spetto creare tali leggu, si levarono di Roma . tutti gli altri magistrati, edl in JParticolare i Tribuni -e i Consoli, e lèvossi lo appello al po– polo,. in modo che tal magistrato veniva ad esser,e ai' tutto pr•inCl[)e di Roma. Ap.J?resso ad Appio. si ridusse tutta l'autorità. degli al– tri suoi compagni per gli favori che gld fa– ceva la plebe·, perchè ·~gli s'era fatto in modQ [)Opolare ·con le dimostràzioni, che pareva me– raiviglfa. ohe egli av,esse preso sì presto una nuovà. natura e uno. nuovo ingegno, es?endo $tato· temilo. innanzi a questo 11n crudele [)er– secutpre della .plebe. (Discorrsi.so,pra la prima dee.a, d'i, Tito Livio, Libro I, <;ap. XL). · .· ... · Io dico che coloro ché dannano i tumulti. tra i nobili e la ,pl,ebè mi pare che biasimino quelle cose che furono. prima ,ragione: di t~-– ·ner,e libera· Roma e che _con_sìderinò 1Più ai . romori ed alle grida che di'• tali tumulti na– scevano, ·çhe ai buoni effetti che q11elli ·p.atfo– i:ivano:. -e è:he non ·-considerino, come e' sono ~– m ogni .re[)ubblica. duoi - umori diversi, quello· del popolo e quello de' grandi: ~ come tutte le l,eggi chè •si· faìino in .favore· ,della libertà nascono dalla. cÙsùnione loro come faoilmen- . te. si può vedere essere seguito in. 'Roma .. ; Nè si può chiamare· in· alcun· modo con ra– gfone' una. repubblkà Ù1ordinata dove siano tanti e~eml)i-i di viirtù, perchè i buoni eselllpii nascono \dalla bu-ona educazioti,e., la buona' educazione dallf btl.òne leggi/ e le buone lèg. ~ gi da quelli tunmlti clie molti .-incorisidera– tainènte 'dàliriano, iperchè chi esaminerà ben<" il fìné ·at essi,'. non_·. troyetft. ch'egli abbiano , portorito .alcuno esilio o violenza in disfa– vor:e ·,a:eicomune bene, ma leggi' ed ordine in benefizip della' pubbJ.ica lioertà; · E -se· alcuno dicesse : I niod-i · eràno straordinarii e quasi ·

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=