Pensiero e Volontà - anno II - n. 11 - 16 settembre 1925

PE ... ~SIER0 E V0LONTA' - 263 dimostra maggiore che nel" 1913. Uiò il, Mon- - daini prova con ·cifre riguardanti il consumo di energia, l'importazione di materie prime, l'esportazione di alcuni manufatti, e così via. Naturalmente queste rosee costatazioni n– gu.a1·dano il capitalismo e lo stato, che soli hànno una «, economia ». Ma tali costatazioni sono in forte contrasto col cambio della mo– neta italiana (tipico quello col dollaro), eh~ ha raggiunto una altezza superiore a quella del 1921, anno fino a poco fa insuperato, - e ci6 senza contare la più recente depressione della lira .. Questo contratto tra la decisa ri– rresa economico-finanziaria e la ulteriore sva– lutazione della moneta (carattenzzata da rial– zi gener:di dei prezzi) è l'indice pi-ù eloquente ' d.'uno stato non ancora .::iormale della vita economica italiana, dovuto a parecchie ragio– ni di carattere interno e internazionale, fra ' cui non ultima quella psicologica rappresenta-' ta dalla situazione politica interiore tuttora patologica del paese. Il popolo italiano, specialmente le classi la– voratrici, hanno dato il maiggior r.ontrihuto alla restaurazione economica, quanto di più non sarebbe stato possibile come mostrano , all'ev.idenza il carico tributario ed il tasso delle mercedi. Negli ultii:ni anni prima della guena 1 l carico tributario itahano (fra Stato, Comuni e Provincie), sopra un complessivo reddito privato annuo valutabile in 20 miliardi di ]j. , r1; oro; si riduceva a 2 miliardi e mezzò netb : cjoè ad una ottava parte dei redditi privati. Invece <lopo la guerra, nell'escrmzio 1924-25 ir carico tributario è salito a 20 miliardi su 90 o 100 miliardi di reddito i1t lire-carta; vale a dire a più del quinto del reddito privato com- plessivo. · Lo· sforzo tributario dell'Italia nel dopo– guerra non fu meno· grave di quelle} militare della guerra: un'ulteriore pressione fiscale, in un paese povero come il nostro, non potrebbe ormai ottenersi senza compromettere la stessa economi a del paese, o peggio ancora( con una. finanza di classe come quella nttuale) non po trebbe attenersi senza deprimere ulteriormente il tenore di vita delle classi medie e inferiori, già• s-no-rmemente sacrificate specie da tre a:n– ni a, questa parte. Infatti nell'ultimo triennio (1922-1924) il _ costo medio della vita ha 1;>uperato per le clas– si popolari da 4,9 a 5,9 a 5,6 volte la misura del primo semestre del 1914, mentre il livello generale dei salari ( dopo un p1·1mo inome_nto cli re.pido sollevamento nel dopo guerra) nel · duatria.. è sta.to da 4,7 a 5,4 volte più alto che nel 191-3. Così le condizioni genera.li dì v1 ta delle classi lavoratrici sono ricadute qual– che cosa al di sotto del livello dell' anteguerrtt.. Dell'autunno de] 1924, poi, un nuovo sensibi– iissirno rialzo del costo della vJta (che è conti– nuato ininterrotto nel- 1925) viene ad aggrava– re ancor più le cond~.ziòni del lavoro, ineeppa– to• nella, sua libertà di movimento economico pel rialzo dei salari, dalla cresuenie pressione politica. Le fredde c1ìre statistiche (così conclude il l\fondaini) vengono così ancora -una volta a corroborare una tesi, che le lotte politiche e sociali dell'ultimo trentennio avevano già di– mostrato sperimentalmente al popolo italia– no: pane e libertà nel mondo capit~listieo o– dierno sono termini correlativi; ogni attenta– to alla, seconda si risolve in un attentato ~n– che al primo; ogm elevazione pontica e i:;ociale si trnduce 1n. una èlevazione auche econo– mica. OA'l'ILIN A. -Posta redaziooale A VAH.IL - Non pubblichiamo le cose già pubblicate in Fede!. Tutti i nostri lettori leg– gqno .l!'ede I - e se q,ualcuno noil lo fa, gli rac– comandiamo di ·far lo - ; quindi ogni ripubbli– cazione sarebbe cosa, inutile in sè, e dannosa per lo spazio che occuperebbe. DIFFIDE. _: Da varie parti i compagni ci inviano diffide contro degl'individui che arri– vano di fuori dicendosi anarchici, perseguita– ti, reduoi dalle galere politjche, e che poi in realtà sono dei semplici scrocconi... quando non sono anche spie ed agenti provocatori. U1. timamente, per esempio, girava nelle città ve– nete e lombarde uno di questi tipi. che si rac– èomandava con una lettera di Malatesta, na– taralmen te apocrifa e con firma falsificata. Pubblicare le diffide .ci pare inutile, poichè i connotati sono sempre _.incerti ed i nomi ... si cambriano ·a volontà. .Non e' è che un rimedio : tenere gli' occhi aperti. e n,on aver fiducia che in chi può dimòstrare· di meritarla. Veramente, se questi ((.piccioni viaggiatori l) sono tutti furbi come quelli che sono capitati fra i piedi a noì, non bisogna essere maghi pqr scopr,ir li. - A Ortona a Mare la polizia, in \.ma per– qujsiziot1e fatta a un compagno ha portato via il timbro del « Gruppo anarchico Iconoclasta di Ortona a Mare ». Quindi qualunque lettera portasse quel timbro· deve essere considerata apocrifa..

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