Pensiero e Volontà - anno II - n. 7 - 16 maggio 1925

PENSIERO E VOLONTA' 161' Lo Statoe la Scuola I Michele Pantaleo mi manda una lunga «let- ter'.'l aperta» in rispostia alla mia :i;iota al· suo articolo del n . 7, in oui trovavo «strano» che un anaircliico attenda e speri che «uno1 Stato repubibJi0ano; sia ·pure bor.ghese, ado 1 tbi ed imparla ufficialmente nelle sc·uole un insegna– m8!1'.1to ant.freligi,o,so». Ragioni di spazio ;mi obbligano a riassumer– ne l'argomentaziQI1.e. In so,st,anza il Pantaleo dice che, seoondo lui, ·l'anarchia non può farsi domani e· anche se si potèssé far.e in un dato paese non po– trebbe, vivere quando gli altri. paesi restassero ancora in regime autoritario e capitaEst,ico; e che, sempre secondo lui, «gli anarohici saran– no s.empre un'esigua minoranza buo!Ila tut- · t'al più a far pr'ocedie~e innanzi la storia». Pe1rciò «no'l;l hiss>gna · respingere quel pocoi di bene che gli Stati boll"ghesi ci dànno, ma sfuu,t,tarei-quanto, più è possibile la, loro fun– zione politica, -educatrice e· «mo~ale» · a prò delle nostre finalità di. proigressn e di liber– tà» ... Quindi io (è sempre il Pantaleo ohe pà.r- ·-la) « io, -ooime ogni libero• spirito, sarei per ·una repubhlica italiana, 'sia pure borghese, in attesa- della repubblica sociale, d!el socialismo· e dell'anarohia,, mquantoichè ·una repubibilioa, specialment,é in Italia, potrebbe segnare la fine del dominio dei papi, potrebbe altresi adottare nelle scuole di Stato l'insegnamento laico e segnerebib~ ·sempre un grado di pro~ gre-sso sulla monarchia». Dopo questo è chiaro c-he il Pantaleo si met-té -complet-amente, fuoiri dell'anarchismo, poichè per essere, ana,rchici non- basta ricono,.. scere -che l'anarchia è un bell'id~ale - cosa e-be, a ·parole· almen0i, riconoscono tuttJ, corn· pl'esi i_ sovrani, i capitaf:i,sti, i_ poliziotti -e, credo, anche lo stesso Mussolini - ma 1 b~so– gna voler combattere· per raggiungere l'anar– chia, o almeno avvicinarvisi, cercando di at- \tenuare, il dominio dello Stato e del privilegio e, reclama.n.do1 sempre maggiore libertà e mag,giore giustizia. · E' 'possibile -· è anzi probahile - che l 'a– narchia non sarà domani ei che alla monar– cihj a seguirà una :rep-u!hbilica, ibOTgh~se na,tu– ralmente poichè la repubblica non po-trà _non f;lSSere boo-1g'hese•. Ma noi, oo~e von-emmo oggi abbattere la Monarchia, dovremmo do– mani '\fo~er abbattere la Repubblica peir pro• cediere verso la libertà per mez.z.q della libertà. I Il Pantaleo invece riconosce allo Stato. una. missione moraliz,zatrice e vorrebbe sacrificar– .gli· una delle libertà essenziali, la libertà d 'in– se:gnamento, nella vana speranza di a!bbatte– re cosi il d01II1iriio, de,i preti. - Già non è mica sicuro ohe l'insegnamento· · impartito dalla Repubblica boirghese sarebbe– anticlericale: piuttosto sarebbe sicuro il CO!Il..: trario se la ·borghesia ·:vedesse che l'abbruti– mento delle masse per mezzo dei preti, ser– visse a consolidare il suo 1 privilegio ooonomi, co e politico. Lo St~to ha bisogno di sudditi docili, ha 1 bi– sogno di unità e conformismo e se rinunzia. al freno religioso sarà solo pe.r sostituirlo con. - altro freno, che in certe circostanze può sem– ·brare più efficace_: il culto della leggè, quello– della «patria. grande», ecc. E poli, l'insegnamento obbligatorio di una dottrina di Stato, servirebbe ad abbattere il clericalismo? Insegnamento ufficiale significa·. persecuzione cont:ro gli · insegnamenti dissi– denti. A· che servirono le persecuzioni della Rivoluzione francese contro i preti, e quelle· dell'Inghilterra contro i cattolici d'Irlanda·? Strana c-oincezione ! Quando le persecuzioni· cadono sui nos_tri, noi .diciamo volentieri che· le persecuzioni rinforzano la fede e prepa– rano il suc,cesso dell'idea perseguita.ta . C9IDe· pot.reimmo sperare un effetto contrario dalle· persec~1:zioni contro i nostri avversari.i? Sulla bandiera degli ana,rchici è se.ritto: Li– bertà, libertà per tutti, libertà vera, -cioè· mezzi per esercitare la libertà. Il Pantaleo sembra averlo dimenticato•. ... * * * Il Pan\a!eo, in ultimo, mi oppone un argo-– mento personale. Egli mi ricorda che quan- · do negli ultimi ,anni prima della guerra si fa– ceva da alcuni anarchici francesi, a scopo li– ag-it,aizione,,la propaganda per il p~e gratuito . - agi~aziorne ooe ehbe -qualche eOQ! in Italia - io simpatiz,z,ai ,com. quel morvimento. E mi dice: « Dunque· anche· tu non disdegni di .ser– virti, all'occorrenz;:i,,' dello Stll.to e di chiedere– da esso qualcJie ·p~otvidt=;i~za che potrebbe . attenuare e, lenire le u:qiane miserie e aibbie- · zioni ?». , Il caso è completamente diverso.; Già noin I era detto e.be il pane gratuito. dove– va darlo lò Stato e non piuttosto una forma_, qualsiasi di associazioni c.oniunali, · coopera– tivistiche, ecc. Ma in tutti i casi, si sarebbe trattato di .

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