Pensiero e Volontà - anno II - n. 3 - 1 febbraio 1925

PENSIERO E VOL0NTA' 55 quattro a.nni ed anche non poco dalla lunga esperienza di d€!bo1ez·za cagionata dal frazio .. namento delle forze. P"erò le tendenze separ~– ti&te _sono bensì sopite, ma, non -spente, per l'~zione oent;rifuga, del resto inevitabil-ei, che continuanò ad esercitare i partiti. i quali h81D.· no sempre la loro innegaJbile. ragiono l'·eis1- ,8tenza. Sarebbé stato auguraibile, secondo ·il com– pilatore di queste- note, il ·raiggiungime:o:to d.1 un ,equilibrio nel movimento- operaio e rivolu• z1011ario italiano, che permettesse una s~iE; li divisione di li1,voro tra a,ggruppàmenti pòli- . ~i.ci . ed ide-ologici da un lato ed a,ggru-ep&.– menti e,oonomici dall'altro in modo che i la– voratori, divisi neil campo· deUe id~e e dei partiti, troivassero nell 'organiz.za ,zione sindr, cale un •puntq dti. ,e.ontatto, un minimo di C'f mUiI1ità d' aszione sul te:rrern.o di claisse. 1\'Ia perchè questo fosse stato possibile, avrebbe bisognato rifare una ca.sa ,nuova, sulle rovine di quelle demolite e sconquassa.te dal nemico, :non solo' materiàlmente' pi-ili.grande, ma co– struita in modo ohe ciaso~à •frazione prol,e– tairia p-01 ll.S&e trova,rsi a suo agio 'liberai ed au-. tonoo:na, senza c.he nessuno fosse costr.etto, a m,etters:. pratioamE:tnte i(n: ,contrasto con. le pI"oprie convinzioni. Il Congr:eso della, Confederraz,ione del Lavo, ro, a Milano, ha segnato da ,que,sto punto di vista ··un l_ungo passo indietro . .Le sue dieli!be– razioni e _l'indiriz,zo che hà voluto, dare aJ mo– vimooto operaio oonfedeirale paiono fatti aip– posta peir autolrli.z,zare, e: giustificare il risor,gere à!ppena. posis.iibi1e;di ~anti organismi. sindaicaj1 per qu,ante sono, le. scuole politiche ed1 iéteo• lag-iche in ·cui si divide la massa, operaia. Farse, ciò- non dispiaoe,rà neppur · tr-oippo, a · ,pairecdli amici nostri, che la pensano diversa– mente da.ll 'au~e di qù..esto, articolo.... Pa- - zienza ! Norn pe't' ,questo, credliiamo di aver torto,. E d,e,lresto,, finchè si. tratta. di proPor•, r.e e discutere, il .da fansi, no 1 i diciamo queillo,, _ohe ci -sembra, preferi!bJle; ma all'atto pra,tico poi siamo ,e saramo ·- Qome fummo s•empre pe[ passato -. oolidaJi coi compagni e co,n quel1e fraz,ioni p:roletarie ohe più ci sembrano su,l1e··d)ire,ttiv,e,d~lla .li'beirt,à ,e dell'emaincipa– zione· -dei lavoràtoll'i. Anche .se·pensiacr;no che ~i poiteva. far ~eglio e ai-veD:1Samentei, sappian:io che il nootro do• ver.e ..:è di restare oon queUi che sono sulla breccia. E o.i resteremo,· senz-a.·rinuncia,r mai a cli-reil nootro pensiero ma anche sen1z 1 a chiu– derci :nena. torre e!bwne.a. del doo1ce:t:arnientè, com la scusa .che, gli aJtri non vogliono. fa.re in tutto ,e pér tutto come ·a:vre,mmoi-deside.rato noi. ... 14 gennaio 1925. Un organizz~to nella Confede·razione Gen. del Lavoro· Poichè sou tirato in ballo. tengo .a dichia– rare ch'io sono in questa questione perfetta– mente d'accordo col Fabbri' e c,on-l'autore µi_ questo articolo. Vorrei l'unità in ·fat·to di or-– ganizzazione e di lotta operaia perchè i lavo– ratori trovassero in essa u:ri punto di contatto e di consenso e come un correttivo alle divi- . sioni' neoossaria.merite generate dalle differe,Ìl.– ti a1spirazioni ideologiche e' dai contra.stari.ti metodi di lotta politica, noii,chè la forza ne– cessaria per far fronte alla· pressione ·capita– listica. Ma, francamente, ci sp~ro poco. Dirò. estesamente l_e ragioni del g:rande····de-· siJ.erio e della poca ··Etpetanza in un prossi– mo articolo, Enric·o .Malatesta A· proposito deHa Riforma· della Scuola Il pr(jblema della souoJ.a è ,di per sè steseO' di tanta importanza, da impoirti · ailla nòst.ra . conside,razfone alniche, in temi-pi <li massimo turbamento. La sua ooluzian.ei , però, è natu– ra.linente ,c,oncatenata alla soJ.u~ione degli al– tri probiLem.i ecO!llomici e so~iali, in quaillto che essa è istituzi01DJe : ,c.he, per il suo mill1te– nimento1 e il suo ulteriore sviluppo1, n-eJOOssita d!t grande idispcmibilÌtà di mazzi, di _mori.te spe·– ciaili CUJre e di malto amore d:a, pairte di tutti. :Nia~ a caru.sa a1ppuntoi de.gli a,t.tuali ordiùa- menti •soi0iaJi, gjà prima della g,ueirra la . souòla fal~ahen lungi daJ.l'assorl. vere i suoi com– piti n'atura,li •e1 ·1agici. _Oo,me,.tante, àJ.t,re e,oise,, essa aveiva esii;;tenz1arealièl soltanto per i ric– rihi, ohè gill · altri ne ·,eJVan.ò distolti dalle con– tingenti· nooeJS1sitàdella .v1tia. E, più que<;to· , fatto •s.i avv:em,va dove ·più il pr01letariato era povero; dimodochè ·nel Settentrione d'Italia la magigior- parte, -dei bambini- .frequentavano almeno aloune classi delle elem:eir.1.tari men- . ' tre, invece, nè'l Mez;zogiorno · soJ.oo.nto pocbis- - simj. -poteva.no farlo con certà .regolarità. N è :è da attribuirn~ lai oolpa all'inedoo~ione e al- 1. 'avariz.ìia de.i :gtenitori, s '·oosi, allo1'8A come· oggj. eraino cosiilret,tf .a, proo:courparsi del' crudo pane in.suffi,cientei, invesro ,a sasite[ltaif'ei la vita mj- ~-,, .... •,I'(..•,. .. __ :,.._; .. / '

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