Pensiero e Volontà - anno I - n. 23 - 1 dicembre 1924

. . ECONOMICA DELLA RIVOLUZIONE PREME'SSA Inoltre a noi sierrnhr,a che nel norst1woam - e / ,l t·t~ 1 L di.e . ,J 11 R" biente - ,éome d'altrondJa, m· -l-~·tt'r., l'arnbrl 00 'D.- IQ!1 1 U!.1.-0: « ia . i,eisa eicononnca •<1.i11 a 1- Q uu v cr oo1u.zio[lé. » aJbbiamo g,ià puibiblic.ato CLD.· altro te pr0!1etario delle grandi città - si trascuri· articolo, nel 1 1'6° fascicolo ,di « PielilJsiie\ro e Vo- ecceis:sivameinte il •problema della oonquista lontà ». In qUJeìl.l' art-1cio~o,oociennammo sola- del contadin0i nan •solo, ma tutta la tratta- _:men~e, ai termi:rui de,l p,rolb1ema ,s,en2;a·entrare zione di -quci prO!hlemi !"llrali che ,sono di im- - nei dettagli; pr101spet,tammo cioè una· te.si se-n- porlanz,a ,capitale. A volte,, leggendo deg'li ~z,a ,s,va~gie,rla. Un ulteriore ,eis.am ,edel proble . sm-itti redatti da oompagni nostri che a:hi- ? ·ma ci ha ,convinti della ne1deis,Siitàdi appro tana, eostante,m,ent~ nelle, g-randi città, sen- •fundirlo; perciò ,cian qUJeJsto~1colo, e.- con al- tiamo una sensaziooe che, ,è quasi di sgomen-- imi che -se, guri.ra: nno, ci. proponiamo di esa.m' to, peirchè oi siembra che questa compagni nrur:e,la qu 81 s,tii.o111e :in •tiutt,i i ·,SIUJo!i. aspe.tti e, di vivano nel mo111dodella, luna. E:ssi no111pen– eispo:rr,e il nostroi p,u.nto di rviist,a sui me ,z.zi da • sano che in Italia vi sono milioni e milioni ado1Jtar.si' per d.i:Eendeil'\e, la Rivòluzione sul di ,cont,adini e, che que,sti c,ontadìini riossono, terrieno e1con01IT1Ìlco. · se,nz.a ,sforzo al!cUJI10, fair fallire qu.als1a.si mo,- o~ediamoi inutrue ripertere ,quanto ooprimem- vimento rivoluzionaTio. Se i ,contadini. di mo nerll~artiiicolo, ,su.aocelil.llat,oi·e ,cioè esporre fronte ad un movimento rivo1uzionario, si ri– Le,raig4oni per cui siamoi eonvtinti che sia di fiutassero do datre i loro prodotti ail.1e-nit,tà, si ~ soanma impoll't1a,nz.alo studiarie 1 le ~ealtà eco- potranno moibi1itn.re ,ed armare tutti i 1n,etal- nomiohe ,che possono viincell'le, per fame, 0 per lu:rgic:i ,d 'ItaJia ,e ad essi aggiunge,re gli ope– rusagi, i generosi ed audacd. movimenti rivo- rai delle alt~e categorie, ma la rivoluzione, sà– lllza,onari. Ci basta :fa,r rile ;va.re , c:he il nostro_ rà costr:etté a, cede,re,. ,. Kr<:J1p,ort-kin, ehe fu sémpre un grandiis.simo otti- E' un pro!blema importante, dunque, quel.- mista, no1:1ha, mai nascosto ·1e sue preoccupa lo che, noi int 1 endiamo -di trattare, un proble- z1ioiiliper ,questa graiv-ere-aJtà. Noi possiamo co- ma stre•tt,am,e,nte 1eigia,toaJla causa riv-o1uzio- sfu.,u~e, nella nostra m-e:nte, di sqglna.trnri il più nairia. · · E noi, nella trattazione cer3heremo heill',edifiicio, idieiale di una 1società aivyenir.e.. , di eissere, prodhndi ed dmettivi ... Non 1 >e,r di– ma la rteialt,àpuò seimp,re rovinare- i no1s,trisogni re cihe il nostro punto di vista ,sia verità in– Purttroppo la _vri.ta non è che una, catena di fallrbile, ,ed indiscuti-bi1e, ma per dirie che e,s– faitti ohe il più dellie .volte si svolgono a,1 di so può e,ssere solida base di discUJssione e di fuori de:lla nostra voJ.iontà e del nostro, ·ae,si- eisp-erlmento. · de\r'ÌO. . Sop!'1a questo airtioo1o e sopra quelli clie se - giurl.ranno, ,ci ·peirm,e,ttiamo ,di richiamare l 'at– ~ziÌone dei ,oompagni tutti, non peif ~ la sod– diisfaz,ione d 'eissle;r le,tti, ma pe ·rc.hè -cr"ediamo ·uti1e :ché ogni anari0hioo -delbba aveir'e,una. ceir. ta dim,e1Stiche1z,zacoli prolblemi del pane quo~ indiano. E 1speciailm,enue, richia,miam.o l 'atten– z~01ne di quei ,compa,gni che, nell'attiu~le so– cieJtà disimpe,ginano larv-ori di 1usiSo 01 di bu- . l'OiCPaza.a.:. Questi compagni, durante, jl mo– vimento civoluzi-0t:n.ario; dovranno trasformar– si in aigrioolto'rli. Perchè la, rivoluziione non '9..– wà bisogno di monili. inutili per ad:).rnarie dianrffèi o di com.odi tà peir ~az,zair-e 1 a. noia degli sfa?cendati; ma avrà 1 hisogno1 rii mac- chin-e ,e -di pane. Attraverso la lett.,:IJ.-a di quanto andl'!emo pwbìbJieando, potranno farsi una oe'l"tai pre.parazione, nooe,ssaria. pel dis-im– pegno d~ loro lavoro ,e deii loro doveri di do– mmi. ' GRANO E OIVILTA Cr.ediiamo di nan er:ra!l'le . affeir'mando che il prO'blema d,el gll'ano è il prableima-iha,'3e della a}jmentazione umana e ohie; di consegue-nza le vietende della rciviltà ,s-ono str:ettama1te le.– gatè_ alle vicende cLe-lla p_roduzio[le granaria. Osiamo anche affermare che la ,que:stion-e,del– la P,l"oduzione _giranaria, rip. Italia, è una u.elle più •urgelllti. da riscivie,rsi peirchè l'attuale pro– duzione è di rriorl to :infe,riore ai ,bisogni delJ a popolaz.i01I1e,e pewchè la. neioossità dì .LIBpor– tar:e milioni .e milioni· di quintali di tale pro– dotto, nOlll solo riesce. dleleteiria ·all'economia generale, della N aiz, io.ne , ma rid~oe -la N azio– ne stessa in CO[ldiztioni· dli schiavitù .1..rorale . . - che spe..~o diventa anohe materiaJ.e - ri- • spetto ai paesi .che., a.vendo uri prodotto alb– 'bondante., lo possono -esportair:e, èd anche ver– so quei paesi che, coi _meiZzi·armati, - pooso~ no ostacolare, per .via dà ter:ra, di ma-:.1'ee · d:

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