Pensiero e Volontà - anno I - n. 23 - 1 dicembre 1924

PENSIERO E VÒLON'FA :-.amoll"e,soilo dis-p~eiz.z:albili1e cosiddette v•irt-ù ~gue;rriere, il desiderio_ dì dooninio, la - vagli~ •di sfru.ttad'e il lavoro altrui~ a costo della mi– ·seiria mo.rale- e. materiaJ,e, dei lavorratori, ~tutto ciò insomm.a che t-énde· a, far soff.tir;e1ed · a fa.– -re odia.re. - . Que,sta sentimento: di. repulsione, per tutto - "ciò che si 1coins1d,eira, basso, viile, cattivo è fat · ·toce .di bene e- ,saJva da ·quei fa,cili. aic-co1r1-9,cla– mienti coìl-la.propria -coscienza nei quali naJU– iragano troppo spesso i cara,tteri che sembra- no meiglior. temprati. _ ~1a h~soigna di~t,in,guere,; poichè s,p,e1 S,Sù il . di– · spre1z.zo deriva: da, un esa:geil"a,toapprezzn,men- - -to- di sè stiesso, da un senttimento 0.i prete,s::1 -supeiriorità, da un « s,upelromiismo » che, in ge- . nera.Le è - frutto ,d'igno11.:anza pI'esuntuo1c,,a e d'i mancato sviluppo mo!l"ale. - . . . In fondo, t1Ll!ttigil.i uo1rnin i e tutte le . cose, ·.anche qua.ndo1 .iin comple,ss,o sembran.OJ o sono -dispre.zzabtili, hanno i lo!I"o_ pir'.egi spe-ciifì,ci, -ed è eirroll'e_v.ed,e-re,so~oJ il male, oe,me, <;àr,e,blbe ,e1rn.·ore il v,ede1"16 solo, il bene. Foirse più che1 1«disp,re,z;z,are » saa."!e,bJl)e utile ì] ~"!Care. di « appre1zz,ar:e, » ogni UiOmo8d ogni cosa al su.o giusto vaJ.01re peir respingern~ - il Il}ale, e prodìttair,e deJ hene.. << Odiai » ,è la paissiO!Ile. p,e.1~ la quale si vuole male ad altri, ed è 0e,rt,am1ente sentimento cattivo, sentimento1 m:fieiriorr·te neill~ Stcialadei valori morali. Ess01 può e,sseire, rea.z.ione ooie1es– siv-a e maJ dir.etta contro i m.aJ:vag:i, ma è an– •che molto ,speisso frut,to d \inv idia., di e or.rodi– mento intim.o, di non portiere metteir.si '3.l po- . sto diel malfattooje e fare ,c:ome. lui o· peg1gio dà lui. e, onte.nt, ez.za che, ,è tanta pairte ,d,eJla felicità .. : -~ ~ Considerazioni queiste, ,èhe purtroppo 1 non pp,s sono, impedire lo 1s001ppia11.:,e· deilla passi~e i11 chi è stato. gra, vemein.te offie.so1 r · E poichè i ,compaioo1ni di .Treviso, parl·1-no ct.i . « una non lé:n1t,ana,-applic.azione » deI1e iae,e che aibihiamo, tSul « disprelZ·zo » e suùl '<rodio », aggiiung-~ir·ò che,, quand:01 ci sa.remo hberati dalla trrrr·annia, che o,ra ci oivprime; dovre,mo ben guardaa.~ci<da,l sos-tituiTe! orrori nuo,vi agili ,orrori· at.tuali, do!bbiamo, iben guairdarci çiaJ· << farie ,oome i faisc11isti » ; Bi dedi,ç;arei tutte le nostra ,e,,nen.,gie a r:endelì.~e imp01SiS1Jbi·1e, il r:.itotno . cli una situazi,oine· •com,e la, pre,s.ent-e-. Il che, non vuol dire .c,he dolb! b~amo icliv,einti:r-_· -~, r 1 ei deigli agnelli. Loi siamo già sta.ti tropro; e l',esp-erienz.a .attuale. è venuta aid :1ggiun.– g{'o:isii a tutta, l 'esperienz,a · strnrica pe,r di.mo shr.a,re, che chi si fa agnello tl."0:v,asern prle. 1 lupo iehe se, 1o mangi,a. 1\/Ia non dàb1bti.amo ·ne.mme1no1diventa;r lupa a nostra volta.. Doib– hÌRmo, eiss.e.re, edt incit-arie i lavoratori peirch~ sia.no, ) ·-uOIID.ini eri che, non fanno prepotenze e n~n ne ,s,orpporta.noi,èhe. noin 0i:f:fiep.do1no 1 e, non si la.scjano off,end€ir'e. Ed in ,quanto .ai d:a.sc.isti, •quando, 1S,aren10· nOti i' più forti, li , com.pa, tiremo e,. pr,ese le ,de'bJte pre,c-aiùzioni, li c.1~conder-emo di cure · amore– yoJi quali dedì-ci,e,nti .e pa,z,zi_mora1i. M.a ,fin•· chè sono e.ssi i più fotrla., i vincitori e deten gono il poterre,, sa,re,blbie~i;le, qualunque acco– modamento .con loro. Dn.ic,o 1 CU"iterioneri no~tri ~appoir tii oon- loro è og,g1 il diritto .ed il dovere deila di re.sa. E. M. Odi-air-ejl male, odiare, 1e isti.truzioo..i Jhe. pro- N. B. -- ~lle · domCl/nde, second9 i casi, ri- duconor 0 1 favori 1 s1cotr10il maJ,e, (se:· odio può sponderemo noi della redazione ordinaria:, (). -~ chiamarsi il loit-tair 1 e p~r un mondo migliore_) - · aspetteremo che risponda chvtl/11,quedei nostr,,; .,. è ottima - CùSa, ,ed in questo' ,senso no~ dorbib!ia- lettori che a:_bbiaqi1,alcheicopa da dire. 'sibU'ar .. m,o -essere odiataci intens.i ed inoo1I1ciliabi,li. gomento. S'intende però che 1,1,na risposta non Mia odiare deig[i 1.10Q'.llini e· volerne il male? I J?,e esqludei altre e ·noi cerche1~e:mo - di t1·avare ' E' questo po1s·sibae quando .si sa quanto siia- spa..ziQper tut'to quello che c~ perverrà,, pur.- mo fallibili tut,ti ed a quanta poca1 cosa &i ri- chè non •si tra.tti di ripetizioni inu_tili· 0 di ret- d-ueia la rie~poosaibilità individuale di fr.onte torica vuota.· -aJ.liP. forz;e, p.at- uraili e. ,soc;iailiche ci formano e ci op·primono? L,aisciamo .qU1estovoloc punirei, questo voleir paigare il maile oon il maJe ai fooitori di codici pe.nali ed ai giudici ed agli s.ghiem ,ohe s'inciruric.8II10! di ap,plic:airli: la _mis– sione che noti ci siamo dati -è que.H'a di rem. meir'e, ,è qùeUai di diminuire ·.per qruanto è pos– s~bi1e il dolore um3il1o. , , E poi, l'odio è spreioo, di energia. Chi -Odia oomlbatte mal-e e nOìiil. può mai ·g;Ode;re di quel– la tranquillità di oosc1èlnza, di qu-ella jntima _ Da più tempo si· ri'pète.~ -_ i pesci gr-ossi si mangiano i pesci piccoli.--. Questo proverb~o è giusto e innegabile.-· Però dopo il sistema del microbismo in medicina, e del. socialismo nalla . odierna vita pubblica- non è·. più suÌficiente. E'·– neoessario · aggiungervi quest'.altro, ·_del tutto· Qppos.to: - I pesci pioooli, :per forza d~l gran numero, si mangiano· i pesci grossi. · LABANOA.

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