Pensiero e Volontà - anno I - n. 19 - 1 ottobre 1924

PENSIERO E VOLONTÀ 11 ve-nza sociale, sta il vrvncipio del libero vatto. L0: rcgo.Za del comwnismo integrale - da cia– scuno secondo le sue forze, a ciascuno. secondo i suoi bisogni - non vale che per. colore che l'accettano, accettandone naturahnente le con– dizioni che la rendono praticabile. Quindi la cont,radizione che vede Stagnetti tra il chi non lavora non mat11gia ed il principio comunistico 'fl,Onesiste, perchè si tratta di uomini -ed ag- gruppamenti diversi. Nel seno del gruppo co1nwnista vige la re– gola comunistica : •nei rapporti tra il gruppo comunista e gli altri ·gruppi si stabilirç,nno ·i patti su cui gl'interessati s'intenderanno. Un criterio e dei criterii del valore, necessa- riarnente ernpirici,' si 'stabiliranno per gli scam– bi tra comwnisti e non comunisti, . come tra ,;, singoli gruppi e la società generale. · Si farà come si potrà.,- e sarà la difficoltà di una giu– sta valutazione dei prodotti, che tenga conto' J dello sfo1·zo e dell' 1,1,tilità, una delle ragioni · che, secondo noi,· spvngeranno gradualmente tutta l'umanità ad organizzarsi · comunistica– mente. Comunque, è certo che il modo di vita coi~ri– sponderà sempre allo svil.uppo morale degli. u01nvni ed alle condizioni materi.ali della vro– duzione. E. M. IL TERRORE RIV-OLUZIONARI·O (In vista di un avvenire·, -che ·potrebbe -anche essere pros$imo) Il nuo articoletto del numero scorso « Con– tro le inte1np·eranze di lingua-ggio » ha provo– cato t1ualche critica che, sorpa!5sando l'ep,isodi.o origine della J>,0lemica, . solleva, un proble-m11 generale ·di tattica rivoluzionaria, che occo,rre s~n1pre discu.tere e ridiscutere, perchè dalla sua soluzi-0ne· può qipendere la sorte della ri– voluzione che verrà. Io non parlerò del modo come può essere com– battuta ed abbattuta la tirannia che oggi op- prime il J?Opolo italiano. Qu.i noi ci proponia– mo di fare semplicemente 01~era di chiarifica– zione delle ·idee e di prepirazione mo·i·a-le in -yista di un ~vvenire, prossimo o lontaJ10, per– ehè non ci· è possiJ:;>ile far altro. E del resto, quando credessimo giunto il momento di una più fa!ttiva azi<::me ... ne parleremmo anche meno. Mi occuperò dunque solo, e ipoteticamente, dell'indoma,ni di una insurrezione t.:i;ionfante e dei metodi di violenza che alc1tni vorrebbero adoperare per « fare giustizia », ed altri cre– dono· necessarji per difendere la Rivoluzio.n.e • contro le insiJie dei nemici. J\iettiamo da, parte « la giustizia », concet– to troppo relativo che è servito se1npre di pre– tes~o a tutte le opp,ressioni, a tutte le ingiusti– zie 'e che spesso. non significa altro che ven– detta. L'odio ed il desiderio di vendetta sono sentimenti irref:renabili eh~ l'oppressione natu– ralmente . risveglia ed alimenta; ma se .essi possono rappresentare una fqrz.a utile a scuo– tere il giogo, sono poi una forza negativa quando si tratta di sostituire all'oppressione non 'un'oppressione novella,, ma la libertà e la f~a,tell~nza ·fra gli uon1ini. E perciò noi dobbiamo sforzarsi di susci_ta-re quei senti;menti superiori che attingono l'energia nel fervido amore del bene, pur guardandoci dallo s.pez– zare l'im.peto, fatto di fattori buoni e cattivi, necessario a vincere. Lasciamo che la massa agisca come la passione la spinge, se per 1ne– glio •indirizzarla occorresse metterle un freno che si tradurrebbe in una nuova tirannia - ma ricordiamoci sen1pre che noi anarchici non possiamo essere iè dei vendicatori, nè del « giustizieri ». Noi vogliamo essere dei libe• . ratori e dobbiamo agire come tali per me,zzo della predicaziòne e dell'esempio. Occupiamoci della questione .più importante, che è poi la sola cosa seria messa innanziJ in quest'argomento, dai miei critici : La difesa della R1vol uzione. Vi sono ancora molti che sono· affa.scinati dall'idea del << terrore ». Ad essi sembra che ghigliottina, fucila,zioni, .·massacri, dep-0rtazio– :rii, galera · ( cc 'forca e _g·alera, » mi diceva re– oenternente un comuni.sta dei più noti) sieno a.rmi potenti ed indispensabili della rivoluzio– ne, e trovano che se tante. riv:olu.zio ni sono sta. te sconfitte o non han dato il risultato che se ne aspettava è stato a èau.sa della bont'à, della « debolezza » dei rivoluzioharii, che non· hari-. no perseguitato, represso, a·rnmazzato abba– stanza. E' hn pregiudizio corrente ·in certi .ambienti .-

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