Pensiero e Volontà - anno I - n. 18 - 15 settembre 1924
16 PENSIERO E VOLONTA --------·--·----- -------- fluenza e dalle conseguenze im·mediate della ri– voluzione. Anche certi· difetti umani, che ·sono una conseguenza ~ttificiale della attuale catti– va organizzazione della società e destinati quindi a sco1nparire con questa, non scompari– ra.nno subito n1a continueranno a manifestarsi .ancora, sia pur,e man mano attenuandosi, per un certo tempo. Uno dei pericoli della rivoluzione sarà ap– punto l'odio per il lavoro che essa er-editerà dalla soci,età attuale. N·oi ce ne siamo accorti trarsi di questa necessità. Occorre nel medesi– mo ten1po formare nel pr01.etariato in genere e tra i rivoluzionari in ispecie questa coscienza della neoessità del la.voro, ·ed insieme elaborare, basandosi sugli elementi disponibili nella so– cietà attuale e senza cullarsi nèl~a speranza dei miracoli, quelle forme di organizzazione li– berta.ria che permettano di continuar,e a p-ro– durre il necessario alla vita, durante e dopo la rivoluzione. · r..ei brevi momenti in cui parve che la rivolu- . , Quanto p1u si sarà pensato prima_ al da far– zione battesse alle porte. 'fro,ppa gente, fra la si, tanto meno difficile sarà poi di provveder– povera gente, troppi lavoratori credevano sul vi in pratica. Molto sp,etta, per questa pr.epa– seri0 che ste'Sse per venire il momento di non .lavora re o di far lavorare un icam,ente i si- razione, alla propaganda che alle masse dia. la · ·1~' 1t· h · d nozione dei doveri oltre che dei diritti; ed in gnon. ~rano mo 1 c e non s1 ren ,evano con- _. . . . .· . . . t.. d · ·t' , l t h • • . quanto all,e 1nd·1caz1on1 d1 .carattere pratico, o 1 una ven a cosi ampan e-: c e 1. signori . . t h . · ~ 1- • . d 1 poss-ono serv1r,e c01ne punti di partenza e di sono ropp 0 poc 1 per supp 1r.e sui campi e .. . . . . 1 n · f. ·t •t · t d. nfenmento le varie .forme d1 aggruppamenti avoro .. in- 1111o eserc1 o operaio ,e con a 1no, . . . . . . ,.. . e che inoltre sarebbero quasi del tutto incapa- nvoluz~o.na.n ·~d ~perai esiste~t~ fin_ da o~·a, sia · d 11 · t' 1 d t d. 1 per utihzzarh, sia per modifwarb, sia per c1 a are a a socie a que a •o g.enere 1 a- . . . ·.. . . d . · ·, · bb b. 1.dearne <le 1 nuovi più nsponder:rt 1 a,lle neces- voro 1 cui p1u c1 sare · e isogno. . ._ s1ta. Una rivoluzione di gente che no_n avesse vo– glia di lavorare, o anche so]9 che pretendesse di riposarsi per un po' di ten1po o cli lavorar di meno, sarebbe una rivoluzione <lestinata ali a sconfitta. Sotto l'aculeo della necessità si for– m,er,ebbero al . più · presto. degli organismi di coercizione che, in rnanoanza. ·del lavoro- libe,ro, ci ricondu rrebhero ad un regi1ne di l'avoro forzato e, per conseguenza, sfrutta.to .. Bisogna dunque che fin da ora, prirna_ qella rivoluzione, si formi nella coscienza dei lavo- 1 ratori ,e sp-ècialmente dei rivoluz_ionari e degli ' anarchici questa persuasione che la rivoluzio- ne significherà sacrificio e non .baldo1~ia; che . durante il suo svolgi1nento bisognerà combatte– re, .non solo contro i nemici armati, ina ~nche contro le difficoltà della vita divenute mbmen- taneam,ente più dur,e con un· 1avoro più assi– duo, più intelligent_e e più faticoso. Se questo lavoro sarà fatto· volontariamente e ne-Ila-inisu- . ra voluta dal bisogno, bene: ·la rivoluzione trionf,erà. Altrimenti quello stesso lavoro sarà fatto 1 o stesso, ma. per forza ; e ciò sighifiche– rà che un r-egime coercitivo e di sfruttamento si. sarà riformato: sulle : rovine del vecchio, e che ancora una volta la rivoluzione a.vrà man- cato al suo SCO'p0. l • I Una delle prime cose che dovranno farB per ciò gli anarchici in. ~eno alla rivoluzione, sarà l'organizzazione del i~voro libero e · volonta– rio. Fin da oggi, senza pr ,eoccupar.si se la 7 rivo– luzione sia vicina. o lontana, bisogna cornpene- ' _ l'vla se è prevedibile, come inevitabile, pel primo periodo rivoluzionario delle incertezze. de-gli errori, delle ~ransazioni, ecc·., una ma;g– giore pr,ecisione d'indirizzo, una soluzione me– no va,ga del problen1a del lavoro volon_tario si impone per il caso in cui la rivoluzione trionfi in sern=,oanarchico. i\.d ogni modo an·che oggi nella propaganda noi dobbiamo prospettar~ (che 8Ìa, lontano o vicino il giorno della vitto– ria anarchica) una risoluz1o·ne che risponda ar le obiezioni più con1uni in 1nodo. da, appagare è persuadere i nostri ascoltatori. -Come fare, se in anarchia vi sarà della gente che non avrà yoglia di ·1avorare 1 come libe– rarsi dagli oziosi 1 ? La domand~ stessa presuppone che la, ·societ,:\ sia. composta in prevalenza di. gente che la:vo-_ r:1 .e che ha voglia di lavorare, che contenga· -cioè un numercf tale di individui volontaria– ·m,ente lavora.tori ·aa render possibile l'esisten– za di una sociétà anar~hica. Altrimenti, è evi– dente, non ci sarebbe l'anarchia.; e gli anar– chici sarebbero all'incirca n~Ue condizioni odierne, di ideahsti ribelli non ancora in gra– d-0- di rea1izz-are il p.roprio programma. ·Una società anarchica vi sarà nòn solo quan– do ,saranno .stati vinti dalla rivoluzione i ne– mici della libertà ed abbattuti gli istituti che r,endono 1mpossibile ogni realizz~zione liberta– . ria, in.a anche quando vi sarà ·un numero di individui ( che vogliano, vivere e organizzarsi aJ?.archicaµi,ente) sufficiente a tenere in piedi
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=