Pensiero e Volontà - anno I - n. 5 - 1 marzo 1924
PENSIERO E VOLONTÀ bieri dli elegg,er,e i prop:ri.\i rapp,resentan ti 0Jl s0·– viet, ed i ra:p,presetanti 4119n. bene ac1C1eitti dal go– , v1erno s·on'o,dJe.stitiuiti? Il sistema idei sovie,ti f;u distrutto dia L~~.nin e dad .suoi seguaci. Quando Kronstadt re-cla- . mò nuoiV,e,e-lezioni libere .p~i so!Vieti, i ,genera.ili rossi di Lenin u-cciseiro al-cune mtgliiaia di piar– tigd,ani idei soviéti. E questo fiu la pietra seipol- , ' cra1e, dei sovd.eti. · Len:LB.fu senza drubbio u'.!n nomo ec.o~zi-0niaile ; ma 1a sua gr, ande.ma sta.Vianetlla potenza ,~i di~ struzione. Tentò realizzare· ;H testamento po,litico di Marx, quaJ,e egli lo !inteooeva: cioè l,a cJ:1eazio– ne di un',economta socia;lista per mezzo del po– tei:,e pOtlitico. In questo ,eigil.i if aJ.lì miseriamenite. Fec,e .dJegli1esperimenti con il •risu~tato di sacri– fiimi iLnauditi, <li dolori ,e di mo,rti inruumer,e~ vtoli. Mostrò l'impotenza ,del p:otere pol\tilco di stabìlire un nuovo sistema e.conòmico: H,a mo– strato cOtlsuo ,esperi:rrHmJtoche •è iassruiridoil vo– ler r•ealiz~are :la rivto1uzione sociale per mezzo della ,oonquista del potene poiliitic,o,. Ci ha mo– strato ['iillfinita ingenuità del marxismo e la sua inoapacità ,su qu,esto terrieno. Lepin girunse ,in Rl\.1JSSi 1 a qruaruio. già ai:deva la rìv 1 olll!zi0i0Je.Le masse stavano in rivo1ta. Lo zari,smo era sit.ato alblbatuuto. Il p01pol,ogtupilavia per Ja sua liber.azione. La via er,a ap,erta per: i rinnov,amenti f,econdi. Giunse Lenin con il ~uo stato magg.ior,e e di– ressero i lo,ro sif,orzi alilia oonquista d 1 el potere; pDesero J.a di:nezione idielmovimento, illusero le masse coi motti ,d)',o,rdine,fec,er~ loro diellle pro– messe che mai p,e_msar-onodi mantenere. Soffo– carono la rivoluizione - non in un giorno, n~ intenzionalmente; nia non per questo la solf– fooarono meno. Uocisero la libera iniziativa, iIIl{PO:Sero il -cienJtrailismo,e fina/lmente :dovettero .associlarsi c,@lcapitalismo, oer,care di· riconci– liarsi oon i ,govennli .ca;pitialisti, e tr,escarono con gli• alti peroonagg,i della r,eazione. Sì, Lenin ,e:riaun grand'uomo. Un gran d~– strnttore. Un gram. sa:botta..tore della rivoJru.ziio– ne. U11a volontà -energka che causò ,grande ma;le. Un nemico detlla Ubertà ,ed un' reazio– nario. Che la stoiria gili ,sia indullgente! ' ALBEHT JENSEN. I ' LA QUESTIONE SOCIALE IN SICILIA Il fatto -che, ptrcorren.do i l.at! tondi siciliani, si rinv,engono trweicie di iabitazionì rurali an– \ tiche, dimo,stra che il 1ati~ondo ,è, in parte, un– risThltato delJ.,evicende politioo-soci,aJ.i. Bisogna' però, nota.De che questi'. casali song,evano in • terreni fecondi o presso S(?rgenti potabili. Il che dim0stria che 11 liatiiondlo come abbiamo illu– strato neH'articoJ..o p:re·çiedente, è i.n gran p1arte il risultato di partic.o,l,ari oondizioni naturali. Questa bilateralità -del1e questione del lati– fondo, si può' coglier,e, con un esam,e storko, anche succinto. · ll disordine .feuda;1e dei secoli XIII 1 e XIV di– sperse i nuclei campagnoli. Così gli a.tti di quei sovrani che, per eombatter:e il feudiailism,o, ordinavano la distruzione -dei castelli e ]o. sgombero degli .abitanti la terr,a, i quç1,liveni– vano costr,etti a st,albilir~i. neille -città. Con il consoJidarsi .dei regni J1.,eigr.andi f.eudi, là dov,e le condizioni naituraJi .1-0cons-etivano; riiifiori– scono · lte ieolonie ag~i,col.e ,e i casali, che o,ggi sono ·diventati grossi comuni, :fiorenti cittadine. E qi_uesto pei,chè Carlo V e IFili,p,po II c;onces– sero ai privati il diritto -di congregare yente per popolare i fon.idi. L'amministr,azione feu~ dale, oontr,ollata dal gorvierno regio, di"ienne ' sem,prie più m•eno ~ppressiv:a. Proibita la ri– scossi-0rn.e ,dei tributi feudali, ieonoessa la libertà di vendita, disciplinato l',esercizi,o del diritto· di far legna, paJScere 1e prendere acqua, si crea– rono' condi.zioni di vita tale che ,gli agricoltori albbandonavano l,e città ,e le terre dern.aniali per , st.abi1irsi nei f.e'uidi.N,e.i,seooli XVI e XVII vi fu I un'intensa ie oostante immi,grazione nei feudi, tanto che le città -ebbero 1a subire ua crisi: · Sie l'intervento g.ov, emativo portà ·alc)l:n{ mi– gli,oram,enti, non potè rìsolv,ere il problema del l.atifo:ndo. Cooi i teinltativi.· legaJi tendenti alJo spezzettamento ·del latifondo o riniasero sulla carta o ~i risols•ero sempr,e •in c0rlossali misti- ficazioni. · · · , . La J..egg,e ,wti-forudale deL1821 avriebibe dovuto favorire l,o spezzettamento dei latiifo:µdi. Ecco– ne i risultati, secondo n. Orlando (Ii .fe'U,dali– S11J,o in Siciiia) : ' ' cc Gli ex baroni vedutisi già 'liberi dei loro oe.ni e eostitUiiti ·nel diritto di poterne disporre chi per bisogno, chi per capriccio cominciarono f. ' . ' '
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