Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933
L'Andreana 7 2 3 tomo della « Montagna magica » in mano, da scaraventare dalla fi– nestra riduceva la comitiva stolta al silenzio. — O h è , Nondo, anche voi? I n s e m e n ì o . . . . pampalugo.... Ssss! ssss ! L'Andreana voleva restar sola con lui, benché fosse poi i m – barazzata e non sapesse prender l'avvio. O h no, non voleva dire al ragazzo come si sbaglia in commercio o come s'incendia un'au– tomobile o come si subisce la vergogna del documento legale alla porta di casa. V o l e v a dire al figliolo.... sentiva di dover dire.... che lei, sua madre.... a quarantacinque anni.... erano quarantacinque, non uno di meno insomma, a quarantacinque anni e dopo tante disgrazie.... un bel giorno capisce, s'accorge, ha l'assoluta certezza.... T a n t e grazie. L u i non accetta. Seguire un discorso, star l i con la te– sta, tradire l'idea fissa della supernutrizione o del dolore alle spalle o del bruciore allo sterno, questo poi no. — M a come? ma cosa credete? che un sanatorio sia un ospe– dale? l'ospedale di Chioggia? M a il sanatorio è un G r a n Hotel, te– netelo a mente! '— Dopo la disgrazia dell'automobile.... quando Nondo era già in quello stato.... e non poteva capire i l mio stato.... — Ragazze? Ce ne sono in paese belle ragazze? Donnine... di quelle? C'è i m m o r a l i t à ? lussuria, molta lussuria? Faceva capire che gli piacevano le donne, a lui p i ù che agli altri, e gli schizzava fuori degli occhi una luce di sensualità porten– tosa. Impaurita, lei faceva i l gesto di retrocedere come se avesse v i – sto in quegli occhi i l bagliore dell'agonia. — I l sanatorio, — vantava il malato, — è una specie di G r a n d Hotel, di C a r l t o n Hotel.... C i son le belle signore.... vestite bene.... bionde, moltissime bionde.... F l i r t ! Conoscete questa parola? C h i a c – chiere, versi, romanzi, fazzoletti che odorano di fior d'arancio, m u – sica, flirt.... Sbocciano amori.... A l l o r a la madre pensava che un atto di forza avrebbe potuto ancor farlo, non foss'altro per mostrare al figliolo che non era pro– prio una stupida e che non seguiva i l consiglio della Ballarin (quella che paga) e avrebbe potuta, ad esempio, gettare dalla finestra, sotto gli occhi del figlio, uno di quei libri insidiosi ed anche strappargli di sotto i l naso i l noto libretto che spiega come m o r ì i l duca d i . . . . P e r ò cominciava longanime : — Felice, Fortunato.... Lasciami dire.... T u non sai cosa sia questo dolore, i l dolore d'una povera mamma che si vede entrare i n casa un figliolo cosi.... Lasciami dire.... U n a mamma....
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