Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

M. Moretti tacito patto fra le due m a d r i : l'uria ha ceduto all'altra u n figlio sano, magnifico, purché l'altra continui a proteggere i l figlio malato, quasi quasi strapparlo alla morte. M a che crudeltà, questo patto I I I cambio effettivamente non c'è, e quella là non dà niente, e i figli se l i tien tutt'e due: perché è anche con danaro, con le pensioni pagate ai sanatori, che si tengono e legano i figli. E quanti nomi per dir che suo figlio non è come gli altri! T i s i c o . . . . etico.... tubercoloso.... malato di petto.... o, semplicemente, « malato » . . . . T e n d e v a gli orecchi, si avvicinava alla porta, la socchiudeva, udiva parlare chioggiotto nelle altre stanze. « C i o z a mia bela, C i o z a mia reale.... » : pareva proprio d'essere a C i o z a . S e n o n c h é qua non c'era i l canale di San Domenico né i l « patacheo » né l'ottima « po– lenta fasiolà calda de bogio » e, spento i l camino, assente Zennaro, non si sarebbe neppure mangiato. A l l o r a le mordeva le viscere i l desiderio per quei cibi orrendi che non aveva assaggiato p i ù di due o tre volte, con mille boccacce, e ne risentiva ancora i l sapore. Per– ché? C h e era questo?'Che è questo turbamento, un malessere strano, ora un capogiro, ora una nausea, i l ringhiottire d'una boccata di– sgustosa, una repulsione per certi cibi, un desiderio assurdo per altri, ecco, sì, per quella detestabile polenta fasiolà calda de bogio? P a z z a no.... pazza s ì . . . . quarantacinque.... un'altra disgrazia.... E quando avrà lui, che farà? Quando lo avrà al petto questo bambino e quel disgraziato di Nondo lo guarderà, lo accennerà senza capire? Quando le parrà ridicolo allattarlo questo bambino, lei vecchia, stanca, finita? Quando i l paese intero dirà che quelle a l – tre disgrazie son tutte un po' strambe, ma la p i ù buffa, la p i ù ge– niale è quest'ultima? « Zitta, Andreana. Zitta, Andreana. C h e non lo sappia nes– suno. A quarantacinque anni.... È una voglia ». D i queste cose non bisognava parlare e neppur di quel ragazzo ignoto e lontano, del mistero e della malattia di quel figlio. D a c c h é viveva in mezzo ai chioggiotti s'era allontanata anche dalla M à l – gari che infine parteggiava per la sua razza se le pareva che gli a n – tichi oppressori rientrassero nel guscio come lumache schiumando verde amaritudine. U n a mattina riceve una lettera, e si capisce ch'è u n poco o molto agitata. S i faceva viva la B a l l a r i n : annunziava che i l figlio malato acconsentiva a conoscer sua madre : dice la B a l l a r i n che un giorno o l'altro questo figliolo, uscito dal sanatorio, verrà a dare u n bacio a sua madre.... P e r ò raccomandava di non contraddire i l

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