Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933
L'Andreana 7 1 5 di spasimo. L ' A n d r e a n a raccontava che c'era passata anche l ' u l t i – ma volta, quando aveva voluto attraversare la città da V i g o a l Duomo e non aveva avuto paura di mettere il piede sul bagnato, di rasentare le lastre, di girar tra i banconi senza arricciare il naso al fetore: solo le spiaceva d'esser presa per una foresta e che qual– cuno le offrisse un go, un lotregan, una verzelada, una volpina, un caustelo, pesci di valle.... O h no, lei non ha mai comprato pesce i n vita sua; anche quando è rimasta vedova, qualcuno gliene ha sem– pre portato. — Boia del somaro! — singhiozzava l'invalido come esaspe– rato che in sua presenza si fossero pronunziate parole come go, verzelada, volpina, caustelo, pescheria, lastroni e bisati. — L o t r e – gan.... baràcole.... baracoline gentili.... E i l pesce angelo? e i l m u - soduro? e.... i l San Pietro? L ' A n d r e a n a intervenne : — Zitto là. Nessuno ha portato a casa un San Pietro. — Boia del somaro e corpo de una gagiandra, el se desmìssia, — diceva interessata la M à l g a r i . — E l se desmìssia co' el sente contar de le cento e ^inquantatré sorta de pesse che xe in tei mar. — T a s i , pampalugo, — mormorava fra se la Zennaro che aveva avuto sì compassione ma non poteva perdonare al s à n t o l o di non esser p i ù un gran personaggio. — L o savemo che ti xe inse- m e n ì o , che ti xe i n g a l b a n ì o , che ti xe.... Rossa di vergogna, l'Andreana pensava ai suoi figli e rivedeva A n i t a , una signorina che non sapeva che farsene neppure della no– biltà dei pescivendoli, ridotta a vivere qua, nel sudiciume dei chiog– giotti, nel truogolo dei maiali di mare, accanto al patrigno che piange come un bambino, accanto a una Màlgari divenuta di serva pa– drona, col solo svago del bambino che si rotola e smerda la casa. L ' A n i t a . . . . restasse dov'era. O r a la madre non la voleva p i ù ; non voleva neppur che scrivesse. L e pareva che le figliole dei pesciven– doli, quando son raffinate e istruite ed hanno buon fiuto, sentono avvicinarsi i l disonore e fuggono in tempo. Quanto a Fortunato, b i – sognava ringraziare la provvidenza lo stesso : « D i o ti ringrazio che ci hai fatto scambiare i figlioli all'ospedale di Chioggia, perché adesso son tutt'e due ricchi, con le-seppie secche.... ». Chiudeva la porta, cercava il ritratto, se lo teneva sulle gi– nocchia, non lo guardava. Aveva un po' di paura. E r a una madre povera, mentre quell'altra madre la sapeva lunga e la salute gliela curava, a lui, con larghezza. C h i paga? N o n è la madre vera che paga; sa bene che non potrà pagar mai. Sa anche che c'è stato un
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy