Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

L A P R I N C I P E S S A L E T I Z I A D I S A V O I A N A P O L E O N E . • I . Quel giorno del 1896 che le fui presentato la Principessa Letizia disse cordialmente agli astanti : « Siamo conoscenze antiche : abbia– mo giocato insieme a tombola in casa del conte di Castagnetto ». A l – l ' a m a b i l i t à d'una signora che v i dice d'avervi conosciuto prima di quel che voi crediate, risposi con quel sorriso sciocco che permette di non smentire e di non mentire, p o i c h é , in verità, presso i l conte di Castagnetto non avevo mai trovato né tombole né Principesse. I l lapsus memoriae le nacque forse dal suo ritornar confusa– mente a parecchi anni prima, a quel giorno in cui, ospite io del conte nel Castello di Moncalieri, fui presentato alla Principessa C l o – tilde sua madre. L e signore che mi facevan da guida mi condussero anche nel parco ed i v i , lontano, la giovinetta Letizia passeggiava colla dama, contessa d'Agliano. L a marchesa di San Giuliano si staccò da noi per andarla a riverire e noi la vedemmo assistere ad una confabulazione che pareva un diverbio. Quando r i t o r n ò soddi– sfece la nostra curiosità dicendoci averle la principessa chiesto chi fosse quel forestiere intravveduto appena, e aver poi detto alla contessa: « Me lo presenti subito ». Siccome questa fece osservare che la cosa non era secondo le regole e resistè fermamente alle i n – sistenze, la principessa era uscita in parole e gesti irritati. I n ciò non v'era nulla, di cui io potessi vantarmi e che sìa oggi indelicato a raccontare. L'aquilotta in quel malinconico e monotono soggiorno non sospirava che le n o v i t à , ed io per quel giorno, come lo sarebbe stato qualunque altro, ero appunto questa cosa rarissima, una no– v i t à , da poter quindi esser ricordata a lungo sia pure approssima– tivamente. 35. — Pègasa.

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