Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

I C O N S I D E R A Z I O N I S U J O H N D O S P A S S O S . È sorprendente che, letti i tre romanzi di Dos Passos, Man– hattan Transfer ( 1 9 2 5 ) , The 42^ Parallel ( 1 9 3 0 ) , Nineteen Nineteen ( 1 9 3 2 ) , evocati p i ù o meno plausibili paragoni per quel– la sua tecnica narrativa a sezioni, e concluso per una coincidenza, palmare del resto, col phototnontage, mi si debba esser presentato, con un cerimonievole inchino, messer Ludovico Ariosto. Impres– sionato dagli argomenti di certi cultori di letteratura americana, che voglion darle origini americane soltanto, rigidamente ed esclusiva– mente americane, ho cercato di allontanare la grande ombra i n – trusa del poeta del Furioso : tra quei grattacieli, temevo da un mo– mento all'altro di vedermelo ridotto in bricioli. M a messer L u d o – vico seguitava a inchinarsi, a rider nella barba, e a non volersene andare. E , guarda caso, erano i grattacieli ad aver paura di lui. E r a come se, in un'orchestra sonorissima di T i t a n i , improvvisata coi p i ù complessi istrumenti e i più p a z z i di questo mondo, si fos– se a un tratto insinuato i l tinnulo suono dell'aurea cetra d'Apollo è, una volta penetrata dalla persistente grazia della sua armonia, l'orchestra barbarica ne venisse disorganizzata e ridotta al silenzio, p o i c h é « coloro che Zeus mai non a m ò temono i l suono delle P i e - ridi. » Certo, come ha scritto l'Ojetti in queste pagine, i romanzi del Dos Passos « sono, nella loro bellezza aggressiva e caotica, l'oppo– sto di quello che si scrive e che s'è scritto e che, oso dire, si scri– verà mai da noi italiani ». M a tra il caos reale dei racconti a cento personaggi dell'americano, e i l caos apparente del romanzo cin– quecentesco « a molte fila », c'è appunto questa differenza, che, mentre è possibile dare un significato alla fiaba ariostea, sia pure sol quello, — e v i par poco!, — di canone musicale della vita, io non vedo come sia possibile concludere la lettura dei racconti del Dos Passos altrimenti che con la citazione shakespeariana : « U n a favola raccontata da un idiota, piena di chiasso e di furore, senza significato alcuno ». p 4 ^

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