Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933
_ . . . . „ U U 1 recchie; aveva intenzione d i farne anche delle altre, se una sua lettera al marchese d i M a n t o v a dice i l vero. M a sono aggiunte de– stinate a completar l'opera senza cambiarne i lineamenti; fatte per– ché i l poema le richiedeva, o perché A r i o s t o credeva che i l poema le richiedesse. Lasciamo stare se siano belle o b r u t t e . Certo, come t u t t i saremmo d o l e n t i se n o n potessimo lamentarci con O l i m p i a ab– bandonata, o n o n potessimo assieme con Oberto ammirarne le bel– lissime n u d i t à esposte sullo scoglio, t u t t i , anche a n o n parlar d i U l l a n i a e Marganorre, dobbiamo vincer la noia per leggere l ' e p i – sodio d i Leone inserito alla fine del poema. C ' è artificiosità n e l l ' i n – treccio e, quel che è anche peggio, c'è u n turbamento nei caratteri, per cui l ' i n d o m i t a Bradamante, dimenticando d'essere stata poco p r i m a al comando della piazza d i Marsiglia e d i essere andata e venuta per i l mondo a liberar Ruggiero, a scavalcar Rodomonte, ad azzuffarsi con Marfisa, ci diventa una figlia d i famiglia t i m i d a e subordinata che non sa ribellarsi ai g e n i t o r i nella scelta dello sposo. È vero. M a q u i , se i n altra parte mai, è i l caso d i pensare che l o svolgimento delle avventure sta nel poema solo come u n elemento t r a g l i a l t r i elementi, — l o sostiene magari, ma n o n l o produce, — e che i l poema, dopo che f u fatto, potette ben rivelare delle esigenze i n d i p e n d e n t i dai personaggi e a cui i personaggi stessi dovettero fi– nire per piegarsi. I n f a t t i quell'episodio che per se stesso è cosa t a n t o debole, p u ò rispondere a una necessità del poema. N e l quadro c'era bisogno d i segnare una distanza, senza cui i funerali d i Brandimarte e l ' a p p r o d o all'isola dell'eremita non erano abbastanza staccati dalla fine del poema, e i l m a t r i m o n i o d i Ruggiero col duello contro R o – domonte n o n avevano t u t t o i l l o r o risalto e la l o r o i m p o r t a n z a conclusiva. E poteva anche esserci bisogno che Bradamante fosse ab– bassata da guerriera i n d o m i t a a obbediente figlia d i famiglia : se n o n fosse avvenuto qualche cosa che avesse f a t t o dimenticare a lei e a n o i che u n anno, u n mese e un giorno p r i m a Rodomonte era stato scavalcato dalla sua lancia, i l suo timore d i nuova sposa n o n sarebbe e non apparirebbe così commovente; quel timore diffonde su t u t t a la scena una t i n t a d i tenerezza, solo p e r c h é , magari contro i l carattere dell'eroina, è diventato qualche cosa completamente fem– m i n i l e . Anche Ruggiero da quell'episodio riceve la sua giusta p r o – spettiva. E g l i da Rodomonte che soccombe solo p e r c h é n o n ha la sua armatura perfetta e la sua spada fatata, sarebbe sopravvanzato d i statura n o n solo fisica ma anche morale, se n o n ci si presentasse dopo che nei suoi r a p p o r t i con Leone ha toccato i vertici p i ù a l t i della cavalleria : solo la corona d'incredibile cortesia d i cui p u r ora
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