Pègaso - anno V - n. 5 - maggio 1933

640 J . VALLÈS, Le tableau de Paris; A . ZÉAVÈS, Jules Vallès 10 sfogo del '70, il petroliere V a l l è s , se la morte gliene avesse dato i l tempo, sarebbe finito buon parlamentare e ottimo « clericus », a fianco di Clemenceau e di Zola nell'Affaire, con una vena di scetticismo e di ironia letteraria per giunta, da far pensare a France. N o n solo dunque, in politica, egli non ebbe un pensiero suo, non lasciò nulla; ma uno sguardo più attento e profondo non tarda a rive– lare, nella sua stessa azione di rivoltoso, i ricchi motivi sentimentali e i naturali sbocchi poetici della sua ribellione. E g l i non fu un retore della rivoluzione, tutt'altro; ma la sua rivolta proviene da un individualismo così sdegnoso, ricco di fuoco e d'ingegno, che è forma mentale schietta– mente « poetica ». Ricordiamoci che la tormentata infanzia, invece di farne un fanatico della riforma sociale, ne fece un artista, e che egli ne cavò L'Enfant, i l suo capolavoro. P i ù tardi quello che egli odia nella scuola, più ancora forse della cieca costrizione, è i l predominio dell'ottu– sa retorica, la vecchia letteratura, le vecchie forme : meglio ancora, gli aridi formalismi che gli soffocano i l vivace libero ingegno. — L a sua rivolta p i ù vera e feconda è proprio letteraria : alla retorica dei roman– tici e all'esangue povertà del classicismo egli oppone un crudo realismo tutto spirito e colore; bene disse i l Daudet che egli segnò in certa guisa 11 passaggio tra i l romanticismo rivoluzionario dei Miserabili e i l reali– smo truculento alla Zola. Prosatore p i ù puro e schietto, p i ù immediato del primo, più estroso e poetico del secondo, egli divenne per questa via uno stilista sorprendente, un maestro del genere. Come innovatore è audacissimo; ma, allo stesso modo che nella bizzarra e sdegnosa indi– pendenza e nella superba noncuranza delle attitudini rivoluzionarie c'è un timbro innegabile di signorilità, così nella sua prosa quest'uomo di strano e altero gusto, questo impareggiabile pittore della strada e della miseria, in un tema che si presta ai necessari sfoghi, senza nessuna teoria che gli veli l'acuto sguardo d'artista, diventa un signore dello stile. Le tableau de Paris ne è la più bella prova, e, nel suo genere (per quanto non tutti i capitoli siano alla stessa altezza), una meraviglia. C'è lo studio sulle fiere, sui saltimbanchi, sul circo equestre, la pittura del quartiere dei cenciaioli, che sono stretti parenti dell'arte di un T o u - louse-Loutrec; ci sono degli appassionati quadri di ambiente parigino, me– lanconici paesaggi pervasi da un sottile incanto, che sono degni di Baudelaire. E la qualità forse più preziosa di queste pagine, quella che le rende così vicine a noi, in certo modo contemporanee, è che, malgrado ogni cosa sia vista con schietto amore di poesia, malgrado i l pittoresco e la n o v i t à delle immagini, non c'è ombra di retorica nel sentimento, di quella retorica che talvolta appesantisce fin le cose p i ù belle di un Hugo. M A R I O B O N F A N T I N I . U G O O J E T T I , Direttore responsabile P I E T R O P A N C R A Z I , Segretario di redazione TIPOGRAFIA TREVES-TRECCANI-TUMMINELLI, MILANO.

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