Pègaso - anno V - n. 5 - maggio 1933

L I B R I J E A N B A Y E T , La Sicile grecque. — Les belles lettres, Paris, 1 9 3 3 . F r . 1 2 . L a letteratura sulla Sicilia antica si arricchisce di una buona e se– ria opera di veduta sintetica e di divulgazione. Questo inizio di secolo ha già visto nascere tante nuove ricerche e studi che un tentativo sinte– tico è ben giustificato. I l Bayet al corrente di queste novità, p u ò dare della civiltà della Sicilia antica una visione generale, una valutazione si– cura. Qualche dimenticanza e qualche errore nei particolari forse era inevi– tabile; avremmo voluto che accanto ai lineamenti sulla scultura di Selinun- te, secondo le visioni e le constatazioni del Pace, fosse dato maggior r i – salto alla scuola di Siracusa, che è certo più discontinua e slegata, ma è anche ricca di opere di alto interesse e valore non ricordate dal Bayet. Così non si p u ò dire che ad Agrigento i l Tempio di Giove Olimpico non sia mai stato finito, e che non si conosca l'età della tomba detta di T e - rone; e non si p u ò ignorare che i l Tempio di Demetra è nell'attuale Chiesa di San Biagio; e a Selinunte, non si p u ò dimenticare i l grande lavoro del sollevamento del Tempio C , né il risultato nelle memorabili scoperte al Santuario della Malophoros. M a più dell'esattezza e della co– pia dei fatti c'interessa la loro interpretazione, la luce in cui sono posti. I n passato la Sicilia godette di scarsa considerazione; nelle espres– sioni d'arte essa era considerata una provincia artistica della Grecia, i n cui i prodotti migliori erano senz'altro considerati d'importazione elle– nica, e le espressioni meno riuscite erano classificate come prodotti pro– vinciali e locali, senza curarsi di cercare un loro valore. L a vita artistica siciliana era insomma definita con i termini e con i valori adoperati per quella greca, le opere paragonate a quelle della Grecia, e giudicate a se– conda che seguivano o no i canoni ellenici. Nel suo lavoro invece i l Bayet pone i l problema della sostanza del– la Sicilia antica in modo concreto e limpido, come problema di distin– zione e personalità, facendo di tutte le manifestazioni un quadro orga– nico e coerente, giustificando e interpretando le profonde diversità. Ecco la sua sostanziale affermazione : la Sicilia antica deve consi– derarsi come un fenomeno di ellenismo, cioè della espansione della ci– v i l t à greca nel mondo; i l dato ellenico è solo lo spunto iniziale e insieme

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