Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

296 G. Prezzolini T u t t a v i a son certo che essa alla fine emergerà dalla presente c a – l a m i t à e diventerà u n potente impero. E d è piacevole per me pensare che io sarò considerato fra i p r i m i artisti che a v r a n n o condotto questo paese a conoscere ed a coltivare le belle A r t i , e m i sento felice riflettendo che un giorno esse risplenderanno nel mio paese nativo con un lustro non inferiore a quello che ebbero i n Grecia o i n R o m a ». È lo stesso pensiero che animava alcuni a n n i p r i m a i l W e s t , quando giunse i n I t a l i a , e considerandone la decadenza politica economica ed artistica, era tratto a pensare che gran– dezza pratica e artistica fossero insieme collegate, e che u n giorno l'America, insieme colla f o r z a politica, avrebbe acqui– stato anche la capacità artistica; ed è curioso come la parola di « impero » si t r o v i nella penna di West, come in quella di C o p l e y , profeti ambedue d'una potenza americana, che si è realizzata nel campo pratico ma non ancora i n quello artistico. I n I t a l i a si recarono due u o m i n i politici e pratici, attratti colà non dalle statue, né dalle pitture, né dalla scienza, e nep- pur dai classici latini, che pure possedevano bene; bensì dal riso, dal bianco riso della L o m b a r d i a e del Piemonte, che co- ceva meglio di quello proveniente dalla C a r o l i n a e gli faceva i n F r a n c i a una concorrenza spietata. I due u o m i n i sono R a l p h I z a r d , che occupa un modesto posto nella storia della R i v o – luzione americana, ed è noto per essersi bisticciato con F r a n – k l i n a proposito di denaro dello Stato n o n speso con quella preoccupazione del pubblico interesse che i l misurato econo– mista della P e n n s y l v a n i a non perdeva un'occasione di inse– gnare a t u t t i ; l'altro è T h o m a s Jefferson, i l grande fondatore del partito democratico e l'assertore degli astratti p r i n c i p i i della R i v o l u z i o n e . E c c o due casi che v a i la pena di ricordare. L T z a r d era u n appassionato di musica e di pittura e nel 1 7 7 4 v i a g g i ò i n I t a l i a dove fu u n poco i l mecenate di C o – pley; gli o r d i n ò , come abbiam visto, i l ritratto proprio e della moglie, gli fece fare copie di quadri antichi, gli p a g ò u n v i a g – gio da R o m a a N a p o l i e a Pesto. M a viaggiando teneva d'oc– chio non soltanto i quadri, bensì anche l'agricoltura e i l com– mercio, per trarne insegnamenti e colture da introdurre nel p r o – prio paese. T u t t i i fondatori della nuova repubblica erano così. Anche B e n j a m i n F r a n k l i n , a P a r i g i , in mezzo alle sue occupa– z i o n i di propagandista, di diplomatico e di studioso t r o v a v a

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