Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

2 Ù 4 P. Micheli detti. D i o me ne liberi del pensare che la poesia non sia che nelle erbuccie e negli uccellini e nei b a m b i n i ecc. ecc.! Poesia è vedere una cosa che tutti guardano senza aver veduto mai, sì che quando i l poeta la segnala par che la scopra, e la gente p u ò dire : T o ! o cosa ci voleva a vederla? Sì, ma intanto non l ' a v e v i v e – d u t a ! N o n so se m i faccio capire. M i studierò coi Pensieri. A b b i t i un abbraccio cordiale dal tuo affezionatissimo G i o v . Pascoli ». Barga 2 7 febbraio 1 8 9 7 . A questo punto, nella mia corrispondenza col poeta, c'è l'intreccio di una falsa informazione, che produsse nel P a s c o l i una gioia i m p r o v v i s a , seguita da una delusione incresciosa, e di due richieste da parte mia che andarono a vuoto. E c c o i n poche parole di cosa si trattava. E r a stato ucciso i n duello Felice C a v a l l o t t i da F e r r u c c i o M a c o l a e l'indignazione dei liberali di tutta l ' I t a l i a era p i ù v i v a nel Veneto, dove i l Macola aveva forti e numerose a n t i – patie. A n c h e a Conegliano si volle commemorare C a v a l l o t t i e poi fu stabilito di dedicargli u n ricordo marmoreo. Poiché si sapeva che io ero amico del Pascoli, f u i pregato di chiedergli l'iscrizione da incidersi sulla lapide. N e l l o stesso tempo, i n una pieve vicina a Conegliano, era parroco un prete che preparava i giovani negli studi classici e l i presentava alla licenza liceale. E r a u n prete s u l genere di quello dipinto dal B e r n i nel capitolo a Girolamo Fracastoro: gran chiacchierone e ardito spacciatore di spropositi e di frottole. P a r l a n d o con l u i della Divina Com– media, io gli feci sapere che i l P a s c o l i aveva pubblicato da poco i l volume Minerva oscura, i n cui si dava una spiegazione, per me accettabile ed esauriente, dell'ordinamento materiale e morale dell'Inferno dantesco. I l prete volle che io gli dessi l a precisa indicazione bibliografica per scrivere all'editore e per procurarsi i l volume. D o p o una quindicina di giorni, gli d o – mandai se aveva ricevuto l'opera ed egli, a faccia tosta, m i r i – spose che i l G i u s t i gli aveva scritto che la p r i m a edizione era esaurita e che presto avrebbe messo mano alla seconda. I o pre– si occasione della richiesta dell'iscrizione cavallottiana per s c r i – vere al Pascoli (che allora era stato nominato professore d e l – l'Università di Messina) anche questa notizia, disinvolta in-

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