Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933
• P. Micheli tro. M i rallegro perciò di trovare i n L e i u n compagno che « osa » a m a r l i tutti e due, senza domandare i l permesso a nes– suno. E m i perdoni queste chiacchiere. S o n o una vendetta per– ché m i ha chiamato illustre.... E ora una preghiera. E l l a saprà forse che io sono l ' « editore » dei C a r m i l a t i n i del nostro P a – scoli. Sarà u n volume magnifico, u n vero monumento a l l a memoria del gran Poeta e tutto pieno di altissima e ignota poe– sia. C i saranno una diecina di poemetti inediti, tra i q u a l i due o tre capolavori.... Coir aiuto di M a r i a ho raccolto i versi l a t i n i dispersi qua e là. Vorrebbe darmi notizia di quelli che L e i conosce? Q u a l – cosa p u ò essermi sfuggito. Basterebbe m i accennasse la persona e le prime parole, e io L e direi se l i ho o no. I n t a n t o l a saffica che L e i pubblica mi presenta u n p i c – colo problema. C o n poche modificazioni (per sostituire Pater a Sodalis) la stessa saffica la ho manoscritta e diretta a P a p a Leone X I I I , al quale i l P . i n v i ò copia del Veianius. M o d i f i c ò quella del P a p a per L e i , o viceversa? Stando all'autografo, do– vrei intitolarla al P a p a , e rimandare la sua con le v a r i a n t i alle note. D ' a l t r a parte L e i l ' h a pubblicata già e h a acquistato d i – ritto di precedenza. Ne d o m a n d e r ò anche a M a r i a . M a L e i scrive « ho ragione di credere che sia stata scritta direttamente s u l l a mia copia » e questo sarebbe decisivo. M a perché h a r a – gione di crederlo? M i perdoni l'insistenza. M a la pubblicazione d'un v o l u – me postumo, e d'un tal poeta, è u n peso del quale sento tutta la gravità e la responsabilità fino nelle m i n u z i e . E m i scusi se, non avendo i l piacere di conoscerla, m i ri– volgo a L e i con tanta confidenza e p e t u l a n z a ! C o n ogni ossequio, i l dev.mo suo E . P i s t e l l i » . L a lettera del P i s t e l l i suscitò i n me, su per g i ù , la stessa acu– ta allegria che diede a l Pascoli la mia recensione e risposi esi– larato a l Padre P i s t e l l i , dicendo che n o n m i sarei m a i i m m a – ginato di dover avere u n a questione di precedenza con u n P a p a ; accennai che la Signorina M a r i a sicuramente avrebbe optato per i l P a p a , e che, quantunque io avessi creduto che i l Pascoli scrivendo quell'odierna i n presenza mia l'avesse i m – provvisata, perché da l u i sapevo che a voce n o n sarebbe stato capace di dire nemmeno u n verso a l l ' i m p r o v v i s o , ma che con
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